SCORSESE
Il paramedico Frank alle prese con la morte

Luca Marcora

Frank è un paramedico: il suo lavoro è pattugliare le strade durante le notti in una New York allucinata, piena di dolore e morte; il suo compito è quello di salvare le vite. O almeno tentare di salvarle, perché una volta le sue mani erano veloci, ma da tempo ormai non riesce più a salvare nessuno.
Martin Scorsese ha girato, in fondo, sempre lo stesso film. La mafia americana (Mean Streets, Quei bravi ragazzi, Casinò), la vita di un pugile (Toro scatenato), l’amore nella New York di fine Ottocento (L’età dell’innocenza), la vita di un Gesù fin troppo umano (L’ultima tentazione di Cristo) o la notte surreale di un semplice impiegato (Fuori orario), sono tutte variazioni sull’unico tema caro al grande regista italo-americano: quello dell’uomo posto di fronte ad un destino che non si è scelto, ma che è costretto a subire lungo una personale “passione”, che trova proprio nella figura di Cristo il suo controverso e personale paradigma.
Al di là della vita, ultimo capolavoro prima di un lento declino, è strutturato proprio come un triduo di passione: tre giorni nella vita di un uomo che ha scelto di voler salvare gli altri, fino a doversi arrendere alla propria impotenza di fronte alla morte. Nell'ultimo drammatico atto c’è tutta la presa di coscienza del suo fallimento nei confronti di quel destino troppo grande per le sue generose ma fragili spalle: «Non è colpa tua, nessuno ti ha chiesto di soffrire. È stata una tua idea», gli dice una giovane donna. L’ultima, triste inquadratura grida ancora più forte la domanda che quell’atto non ha potuto cancellare: chi può prendersi carico del dolore del mondo? Chi può salvarlo? Chi può offrire all’uomo quell’abbraccio misericordioso di cui ha bisogno per trovare la pace che cerca?

Al di là della vita
Touchstone Home Video (dvd fuori catalogo, reperibile al videonoleggio)
di Martin Scorsese