Pavel Florenskij (1882-1937).

PAVEL FLORENSKIJ La via regale della conoscenza

Terza scheda della serie sulle mostre Meeting 2009. Alla scoperta della vita del sacerdote russo, grande matematico, chimico e inventore. Fino al suo martirio
Adriano Dell’Asta

Pavel Florenskij (1882-1937), morto martire in Unione Sovietica, non aveva ricevuto un’educazione religiosa; anzi, per un malinteso rispetto umano, il padre lo aveva tenuto rigorosamente lontano da ogni religione e aveva finito per privarlo «del sostegno più forte». Lo stesso ambiente culturale russo a cavallo tra Ottocento e Novecento, col suo nichilismo, non favoriva alcuno slancio religioso.
Il percorso che illustra questa personalità così unica eppure così legata al suo tempo, si articola nelle tre fasi principali della sua vita: la formazione, che lo vede abbandonare l’agnosticismo spinto dall’osservazione della natura, per approdare alla fede e addirittura al sacerdozio. Il lavoro, che occupa gli anni centrali e vede fiorire le sue potenti sintesi culturali, come interprete di una magnifica tradizione. E da ultimo il martirio, che lo vede al confino, poi in lager, ma sempre immerso nel lavoro di ricerca e riflessione; fino al giorno in cui viene mandato alla fucilazione.
Ciascuna di queste tre fasi creative si colloca in uno "scenario" particolare: prima il Caucaso (la terra dei suoi avi) dalla natura intatta e affascinante. Poi il grande monastero di Sergiev Posad, nelle cui vicinanze sceglie di vivere, in prossimità anche fisica della santità della Chiesa. Infine lo splendido e tragico monastero-lager delle Solovki, dove porterà a compimento l’offerta di sé.
Il suo cammino intellettuale e spirituale - vividamente illustrato nella mostra dai suoi appunti, dagli schemi e le illustrazioni che preparava per comunicare agli allievi, o ai figli, la sua immensa passione per tutto lo scibile - aveva preso le mosse da due sentimenti molto semplici: l’ammirazione della natura («nelle cose più ovvie e ordinarie è nascosto un vertiginoso senso dell’infinità e della trascendenza»), e il desiderio di vincere la solitudine («il luogo nel quale incomincia la rivelazione della verità» «è l’amicizia, come nascita misteriosa del “tu”»).
Grande matematico, chimico e inventore, Florenskij non ha mai visto nella scienza una forma di dominio sulle cose, ma ne ha tratto lo stimolo per ritrovare Dio e per cercare nella comunione ecclesiale la colonna e il fondamento della verità.
L’idea dell’unità caratterizza tutto il tragitto esistenziale di Florenskij: «Che cosa ho fatto io per tutta la vita? Ho contemplato il mondo come un insieme».

Nulla va perduto. L'esperienza di Pavel Florenskij
Curatori: Adriano Dell'Asta, padre Lubomir Žak, con la collaborazione di Russia Cristiana
Rimini Fiera - Pad C5