La copertina dell'album.

DAVE MATTHEWS BAND Elegia per un amico scomparso

Walter Muto

Ci si entra a poco a poco in questo nuovo disco di Dave Matthews Band, e non è così immediato e facile. Per chi non la conoscesse, questa Band superstar negli Usa e pochissimo conosciuta in Italia, è in circolazione dal 1991 ed è una miscela di stili raramente ritrovabile altrove: il batterista Carter Beauford è uno degli strumentisti più validi sulla piazza, un drummer che è vero motore e spina dorsale della band. Dave Matthews, oltre ad essere autore di tutto il materiale, maneggia la sua chitarra con convincenti ritmiche per nulla scontate, accompagnato da basso, violino e sax. Sono così presenti tutte le principali tendenze della musica nordamericana: ballata acustica, funky, jazz, una spruzzatina di country e tanto rock, naturalmente. L’anno scorso il sassofonista LeRoi Moore ha lasciato il gruppo per l’ultimo viaggio, causato da complicazioni dopo un brutto incidente stradale. E questo lavoro è completamente dedicato al compagno di mille concerti; vuole essere un inno alla vita, privilegiando gli aspetti positivi rispetto a quelli negativi che pure nella vita si possono incontrare.
I testi non sono sempre comprensibili, ma qua e là si accendono delle spie significative: si medita sulla duplicità della vita nel pezzo scelto come primo singolo, Funny the Way it is, o il singolare urlo «I wanna believe in Jesus» - Voglio credere in Gesù, nel tiratissimo finale di Time Bomb, o ancora la possibilità che tutto possa finire, nel testo quasi apocalittico di Dive in, («il sole è un po’ più chiaro oggi, non vedi i ghiacciai che si sciolgono e le acque che salgono?»). Eppure, dice Dave Matthews in una lunga intervista a Billboard, «il sentimento che tutto possa finire non porta via dalla nostra vita tutte le cose bellissime che possiamo vivere». Musicalmente, tutti i pezzi sono di buon livello, alcuni molto spinti, più aggressivi che in passato, ricchi anche di molta chitarra elettrica oltre che dell’amata acustica; singolare l’andatura cajun che si trasforma in funky di Alligator Pie; molto rock l’andatura di Seven, che si incastra però in un ritmo irregolare di 7/4. I pezzi sono molti e la tavolozza è davvero ricca di colori, anche per trovare i pezzi migliori bisogna arrivare ai brani finali, Baby Blue e You & Me, con l’aggiunta delle due bonus tracks, Write a Song e Corn Bread. In particolare Baby Blue, cantata con un filo di voce rimasta da chissà quale urlo, è una canzone d’amore davvero toccante e riuscita. Forse la Band si sta evolvendo nel suo viaggio che prosegue ormai da 18 anni, e ci porterà altrove se avremo la forza e la voglia di seguirla. Intanto chi è stato a sentirla a Lucca, il 5 luglio, ha detto che è stato un grande show. Dave Matthews descrive così, per finire, il processo che ha portato a questo cd: «Ero davvero determinato a farlo più giusto che potevo: come una battaglia per trovare le canzoni giuste, per fare il grande disco che LeRoi avrebbe amato; così se qualcuno mi dirà - non mi piace - io potrò dire - è un problema tuo, fratello, perché è buono!».

Dave Matthews
BIG WHISKEY AND THE GROOGRUX KING
Rca