La copertina del cd di Sting.

STING E BOB DYLAN Raccontano il loro Natale

Walter Muto

È solo novembre e sono già usciti i cd di Natale di due giganti assoluti, Sting e Bob Dylan. Due personaggi estremamente diversi, e di conseguenza due lavori decisamente differenti. Cominciamo da Sting. Dopo le scorribande con i Police e una grandiosa carriera solista, il musicista di Newcastle ci aveva già offerto una prova ai confini con la musica classica in un disco per voce e liuto, qualche anno fa. Questo nuovo lavoro affonda le sue radici nel folk, e dello stuolo di musicisti che lo accompagnano alcuni proprio da lì provengono: Kathryn Tickell, con il suo violino e le Northumbrian pipes, una specie di cornamusa a mantice, proveniente proprio da Newcastle, come anche Julian Sutton, che suona una fisarmonica chiamata melodeon. E poi un’arpista, un violoncellista e un percussionista (quest’ultimo proveniente dal Libano), oltre al fidato Dominic Miller alle varie chitarre. Alcuni brani sono dei classici del Natale, altri dei classici dell’inverno, che in realtà è il vero protagonista di questo lavoro, molto introspettivo e riflessivo, molto delicato e davvero gradevole da ascoltare. In ogni caso Sting guarda al Natale cristiano in maniera rispettosa, non devota (si definisce agnostico), ma individuando come il Natale di Cristo si innesta e completa tutta una serie di tradizioni precedenti. Dichiara ad un certo punto delle ricche note di copertina che il simbolismo sacro esercita su di lui una influenza potente. Due bonus tracks e un dvd con una spiegazione della genesi del lavoro impreziosiscono la versione deluxe, che costa qualche euro in più. Di tutt’altra specie è il lavoro di Bob Dylan. La scaletta dei pezzi ricalca quella di altre decine di collezioni di pezzi natalizi. Gli arrangiamenti, quasi esclusivamente acustici, potrebbero essere quelli suonati da un gruppo di musicisti di una certa età, la vigilia di Natale, in un bar del midwest, o di qualunque altra parte degli Stati Uniti. Il tutto è impregnato di Blues. Ma ciò che colpisce di più è che qui il disco è dedicato al Natale, senza la paura politically correct di scrivere CHRISTMAS in copertina. E poi è straordinario sentire quella voce rotta, sgraziata e sofferta affrontare dei brani melodici cantati totalmente alla sua maniera. Il vecchio Bob rivela tutta la sua grandezza, apparendo addirittura più intonato che quando canta le sue stesse canzoni. Senza prezzo la parte cantata in latino di Adeste Fideles, e davvero notevole la polka sfrenata di Must be Santa. Ma anche tutto il resto è di un livello altissimo e tocca davvero il cuore, come il titolo promette. Non è marginale che il disco si concluda con un Amen.Insomma ancora una volta, ognuno a suo modo, ma nessuno può evitare di fare i conti con il fatto del Natale. Sia che si tratti di una ricerca estetica (che comunque non è da buttare, il cd di Sting è molto bello), sia che si tratti di un vecchio bucaniere che torna bambino raccontando a tutti che cos’è il Natale, comunque sia bisogna starci di fronte.

Bob Dylan
CHRISTMAS IN THE HEART

Columbia/Sony Music
€ 19

Sting
IF ON A WINTER'S NIGHT...

Deutsche Grammophon/Universal
€ 20