Il coro CeT (Canto e Tradizione).

YARMONIA Il canto di una tradizione lunga mille anni

Quattro cori popolari, da quello storico della Sat al più giovane CeT, passando per lo Slavàz e un gruppo di studenti milanesi, si sono trovati a Trento. Per cercare insieme «quella bellezza di cui non si può fare a meno»
Niccolò De Carolis

Una scena di qualche giorno fa: un signore oltre i 60, su un palco, che stringe la mano a una dozzina di giovani. «Al Coro CeT di Milano per aver risvegliato la gioia del canto popolare nei giovani e per essere accanto a noi nel mantenere vivo, con lo stesso spirito, un patrimonio di cultura, tradizione e musica». È la targa che Mauro Pedrotti, direttore del coro della SAT, ha consegnato ai “colleghi” del coro CeT - che sta per Canto e Tradizione -, alla fine del concerto del 14 novembre a Trento. È il punto di arrivo di un rapporto che nasce cinque anni fa, quando un gruppo di ragazzi del Clu della Statale di Milano invita Pedrotti a tenere un concerto nel loro ateneo. «Una sorpresa - ricorda il direttore -: l’Aula Magna era piena. Ci siamo trovati di fronte a centinaia di ragazzi entusiasti di ascoltarci. Eravamo abituati a un pubblico di una certa età, lì ci sembrava quasi di essere Vasco Rossi...». In quell'occasione, i ragazzi del coro CeT propongono al maestro di costruire insieme nuove iniziative intorno al canto popolare. Da qui, un’amicizia e una collaborazione che col tempo sono diventate sempre più strette. E che hanno portato ad organizzare insieme non solo concerti, ma anche veri e propri seminari musicali per imparare a cantare da maestri come Bepi De Marzi e Adriano Dalpez.
Per un certo periodo, tutti i lunedì sera, i componenti del coro milanese vanno a Trento per partecipare alle prove degli allievi della SAT. «Lì abbiamo trovato la nostra stessa passione per il canto - spiega Francesco Morabito, presidente dell’associazione culturale CeT -. Nel loro repertorio c’è una bellezza di cui non si può fare a meno. Canti che parlano di guerra, amore e lavoro. Tristi ma mai disperati, con la chiara coscienza di un destino buono». Un repertorio di oltre 300 canti, riscoperti in una ricchissima tradizione popolare che va dal Medioevo fino alle due guerre mondiali. Tutti armonizzati per coro a quattro o più voci da grandi musicisti come Renato Dionisi, Andrea Mascagni e Arturo Benedetti Michelangeli. Una passione per il canto nata più di 80 anni fa e che Mauro Pedrotti ha ereditato dal padre Mario e dagli zii Silvio, Enrico e Aldo, storici fondatori della SAT nel 1926. Non nasconde oggi lo stupore per aver visto rivivere questi canti nei giovani: «Quando ho conosciuto per la prima volta il coro CeT ho esclamato: “Finalmente qualcuno che percorre la nostra stessa strada!”. Iniziavo ad avere dei dubbi sui giovani, invece ho visto che anche loro sono capaci di riconoscere ciò che è bello e ciò che non lo è. Bisogna solo dargli la possibilità di scegliere facendogli ascoltare questi canti».
E Yarmonia 2009, l’evento nato in occasione dei dieci anni dalla morte di Silvio Pedrotti, zio di Mauro, rappresenta questa possibilità. Una rassegna di cori giovanili divisa in due concerti: uno si è tenuto a Trento il 14 novembre, l’altro sarà a Milano il 28 novembre presso la Sala Verdi del Conservatorio. Al primo appuntamento si sono esibiti anche i ragazzi del coro trentino Slavàz e un coro inedito di studenti milanesi, che nel doposerata ha continuato a cantare per esprimere la propria gratitudine verso Mauro: «Hanno cantato con una gioia sorprendente, chiedendomi più volte di dirigerli. Mi hanno trascinato con il loro entusiasmo».