Augusto Del Noce.

DEL NOCE La seconda giovinezza di un maestro

Il confronto col pensiero moderno, di cui ha smascherato la slealtà. Poi il giudizio sull'attualità storica e quell'amicizia con alcuni giovani che fu «una rinascita». Due incontri, a Milano e Torino, per riscoprire la grandezza di Augusto Del Noce
Dado Peluso

Del Noce, interprete del nostro tempo. Già in questo titolo dell’incontro promosso dal Centro culturale di Milano sta la grandezza del pensatore pistoiese, ma torinese di formazione, Augusto Del Noce (1910-1989). La sua figura e la sua riflessione storica e politica sono state delineate con grande lucidità dal professor Massimo Borghesi, ordinario all’università di Perugia e da Alberto Mina, curatore della preziosa antologia di scritti delnociani, edita dalla BUR nel 2007.
Il filosofo è al centro di una significativa riscoperta nel mondo della cultura e della riflessione politica poiché ciò che caratterizza la sua opera è, appunto, il confronto critico ed appassionato con la modernità, per coglierne i processi positivi di ricerca e smascherarne la slealtà e la menzogna; questo suo non conformismo ha radunato e catalizzato un numeroso pubblico, in maggioranza di giovani, il 27 gennaio a Milano e il 28 a Torino, nella cui tradizione laica Del Noce si formò negli anni ’20-’30 e dove coltivò intense amicizie, come quella con Norberto Bobbio, di cui Borghesi ha sottolineato il rigore intellettuale e la ricerca religiosa.
Rifiutato già nel ’35, dopo la guerra d’Etiopia, il volto violento del fascismo (che sembrava, invece, delegare alla cultura lo spazio dell’interiorità e della saggezza), Del Noce, seguendo l’insegnamento non violento di Aldo Capitini (conosciuto ad Assisi) e di Piero Martinetti, si apre drammaticamente in un giudizio sull’attualità storica; scopre, quasi primo lettore, l’opera di Jacques Maritain, che distingue nella modernità l’aspirazione alla libertà nella forma della democrazia e perciò trova una risposta alla degenerazione della modernità stessa nei totalitarismi dell’epoca; riscopre, inoltre, la linea agostiniana della filosofia per cui l’affermazione di Dio e della dimensione religiosa dell’uomo è l’affermazione stessa dell’uomo. Del Noce, perciò, privilegia nella filosofia il filone franco-italiano, su quello idealistico tedesco che conduce all’immanentismo e alla divinizzazione dello Stato e della storia.
Per molti pensatori cattolici la storia, l’attualità, è qualcosa da rimuovere, recuperando un modello passato; oppure (oggi la maggior parte) si tratta di rincorrere la storia, il presente, per essere riconosciuti ed ascoltati.
All’origine del pensiero moderno sta, per Del Noce, l’opzione per l’ateismo che caratterizza la storia del Novecento, la quale non va letta in termini politici, bensì filosofici, perché invera le grandi ideologie del Ottocento.
Così Del Noce, con la sua riflessione filosofica e con una intensa attività giornalistica (soprattutto negli anni ’80), ha saputo distinguere del nostro tempo ciò che è positivo e si è confrontato in termini critici col pensiero laico (nelle sue radici illuministiche) e con quello marxista, di cui riconosceva l’aspirazione alla giustizia. Ma di quello stesso marxismo, perché proprio sterilizzato della sua anima religiosa, Del Noce aveva visto la degenerazione nel nichilismo odierno e nel relativismo di un pensiero incapace di rispondere alle domande fondamentali dell’uomo.
Un’alternativa a questa linea storica Del Noce la incontrò in un momento drammatico della storia del nostro Paese, quando l’esperienza e l’incontro coi giovani di Comunione e Liberazione fu la possibilità di una «rinascita» personale, come afferma Borghesi, perché vide in loro, diventandone compagno di cammino ed anche collaboratore in molte iniziative (fra cui il settimanale Il Sabato e la rivista mensile 30Giorni), un rapporto che gli «aveva restituito una seconda giovinezza», «procurando una delle più gradite emozioni che un uomo della mia età possa provare: quella di sentirsi vicino i giovani», perché per CL «non si tratta di difendere un passato, ma si tratta di un cristianesimo incontrato a partire dal presente».