Peter Gabriel.

Così Peter Gabriel "Gratta la schiena" ai big

Walter Muto

Non so chi conosca approfonditamente la storia di Peter Gabriel. Leader e vera mente creativa dei Genesis, che lascia nel 1974 all’apice del successo per dare il via ad una carriera solista che sarebbe difficile riassumere in poche righe.
Di sé dice poche, ma importanti parole lui stesso nelle note di copertina di questo suo ultimo lavoro: «Scrivere canzoni è ciò che mi ha trascinato dentro la musica. Il processo di mettere insieme una buona canzone mi sembrava insieme eccitante e magico». Eppure stavolta il compositore lascia strada all’interprete, e decide di scegliere una manciata di buone canzoni scritte da altri. Alcuni “mostri sacri” come David Bowie, Paul Simon, Neil Young, Lou Reed, Randy Newman, Talking Heads; ed altre “nuove leve” a partire dai Radiohead, che tanto nuovi non sono, per continuare con gli Elbow, Bon Iver, Arcade Fire, Regina Spektor, Magnetic Fields.
Il progetto originale di Gabriel prevedeva una collaborazione incrociata fra gli artisti, tipo io canto una tua canzone, tu canti una delle mie; ma intrecciare i calendari per imbastire un progetto comune era troppo complicato e così il disco gemello (canzoni di Gabriel cantate dagli altri artisti) uscirà più tardi. Scratch my back - and I’ll scratch yours: grattatemi la schiena, ed io gratterò la vostra. Per ora esce solo il tributo di Gabriel agli altri.
Gabriel sottolinea un’altra cosa nelle note di copertina: non è affatto vero che lasciando libertà estrema nell’arte si ottenga di più. Lui dice di aver sempre lavorato meglio sapendo cosa non doveva fare. Quindi anche stavolta si pone poche, semplici regole: no drums, no guitars. Che alla prova dei fatti si traduce in voce, pianoforte e strumenti dell’orchestra, non necessariamente sempre e non necessariamente tutti insieme.
Che aggiungere? Il lavoro è affascinante, la vocalità ruvida e curatissima si intreccia con un’orchestrazione sapiente, frutto del lavoro di John Metcalfe, arrangiatore e compositore dalla penna raffinatissima ed efficace, già presente in alcune produzioni della Real World, l’etichetta che Gabriel ha fondato un po’ di anni fa.
Le canzoni, pur mantenendo la loro essenza, si trasformano diventando a tutti gli effetti canzoni di Peter Gabriel. È davvero interessante andarsi a cercare gli originali di queste canzoni e poi ascoltare le versioni di Gabriel. La trasformazione più consistente avviene nel pezzo che io ritengo il migliore del cd, The Power of the Heart di Lou Reed, l’unica che Gabriel indica di avere developed, sviluppato. Ed, infatti, quella che gli stessi fans di Lou Reed nei forum descrivono come una nenia melensa diventa una splendida canzone d'amore.
Come al solito si arriva ad un punto in cui non si può aggiungere altro, occorre ascoltare. Un lavoro strano ed affascinante, un disco orchestrale con voce, un disco di vere covers, canzoni ricoperte da arrangiamenti davvero nuovi, creati seguendo poche, elementari regole. Ecco l’ultimo Peter Gabriel.

Peter Gabriel
SCRATCH MY BACK

Real World - Virgin (2010)