La copertina del libro.

ISRAEL Quando l'occhio clinico vale più di ogni esame

Paola Navotti

Nessun esame diagnostico, nessun test, neanche genetico, potrà mai sostituire il cosiddetto “occhio clinico”, quella capacità di valutazione sintetica in base alla quale noi giudichiamo un medico più o meno bravo. La medicina è scienza anche se non è come la matematica, anche se non è incontrovertibile. E detto da uno storico della matematica come Giorgio Israel, questo saggio appare ancora più interessante e più eloquente.
La medicina non può riparare, ma curare; può misurare, tuttavia le sue misurazioni non hanno mai termine, perché il suo oggetto è un soggetto, una sorta di volto senza fine. «Distruggendo di fatto la figura del medico e riducendolo a una figura di tecnico operativo che applica un insieme di protocolli standardizzati, essa distrugge allo stesso tempo una modalità di intervento che ha un ruolo ineliminabile: il rapporto interpersonale, il rapporto umano tra paziente e medico in cui il secondo risponde alle domande e alle esigenze poste dal primo, in funzione del suo “sentirsi malato”». Tra l’altro, in un’epoca, come la nostra, caratterizzata dal relativismo assoluto, dall’esaltazione del soggettivismo inteso come libertà da qualsiasi legge, fa davvero specie un’ossessione simile per la scientificità e l’esattezza e, nello stesso tempo, la facilità nel cadere grossolanamente.
L’esempio emblematico è l’attualissima discussione sul livello minimo di coscienza: esiste un metodo preciso per determinare la pressione arteriosa, ma non esistono apparecchi che determinino il livello di coscienza perché nessuno sa cosa sia l’unità di misura della coscienza. Eppure la coscienza esiste: non misurabile in un corpo, invece, misurabile. Un medico che ammettesse ciò sarebbe, per questo, meno scienziato?
Lungi dal negare i progressi della medicina moderna, questo saggio afferma con forza che la vocazione medica è quella di curare e, qualche volta, di guarire. L’esattezza, la scientificità mediche stanno nel non ridurre l’uomo malato a una somma di irregolarità fisiopatologiche.

Giorgio Israel
Per una medicina umanistica

Lindau
pp. 97, € 12