La copertina del libro.

MUSULMANI Cosa proponiamo ai nuovi vicini di casa?

Giorgio Paolucci

Non basta conoscersi per poter vivere insieme. Bisogna essere animati dal desiderio di incontrare l'altro, nella consapevolezza che c'è un destino che ci accomuna. Agostino lo ricordava secoli fa: «Solo chi ama conosce».
Ed è questa l'intenzione che anima Luigi Patrini, il quale non a caso sceglie come titolo del suo lavoro l'incipit con cui sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI si sono rivolti alle comunità musulmane in occasione di due storici incontri, a Damasco nel 2001 e a Colonia nel 2005: Cari amici musulmani.
Il libro è strumento prezioso perché quanti lavorano sulle frontiere dell'accoglienza e del dialogo (due termini molto usati e troppo spesso equivocati) sappiano presentare e proporre a chi ha messo radici in Italia alcuni capisaldi della nostra civiltà, plasmata dal cristianesimo ancorché dimentica di esso: il primato della persona in quanto fatta a immagine e somiglianza di Dio, il valore pubblico dell'esperienza religiosa, la distinzione tra religione e politica. Su questi principi sono chiamati a confrontarsi anche i musulmani che, sempre più numerosi, vivono nel nostro Paese.
È un confronto né teorico né asettico, ma calato dentro la convivenza quotidiana che li vede compagni di lavoro e di studio e “nuovi vicini di casa” degli italiani. I quali a loro volta, di fronte alle sfide che questa convivenza propone, si scoprono impreparati e fragili, perché dimentichi di ciò che sta a fondamento della loro identità.
Ecco perché il fenomeno dell'immigrazione è occasione provvidenziale per ritrovare le radici che tengono in piedi l'albero su cui viviamo e animano le ragioni di una testimonianza che resta la principale vitamina di qualsiasi dialogo.

Luigi Patrini
Cari amici musulmani

Marietti
pp. 200 - € 15