La copertina dell'Annuario.

SCUOLA Ritorniamo a parlare di realtà

Flora Crescini

Esce l’annuario n. 3 dell’Associazione “Il Rischio educativo”. Interessanti e differenziati i contributi relativi alle varie discipline. Differenti anche gli autori: Onorato Grassi, Luca Doninelli, Marco Claudio Traini, Gustavo Pietropoli Charmet, Barbara Piscina, Alessandra Venturelli, Andrea Carabelli, Raffaella Manara, Edoardo Pietro Paoli. In aggiunta ai contributi, due testi d’archivio: il primo di Raffaella Colombo e il secondo di don Giorgio Pontiggia. Da leggere attentamente entrambi perché fanno chiarezza su alcuni pensieri, dedotti più dalla mentalità comune, che non dall’attenzione all’esperienza reale. La Colombo affronta il tema della duplice riuscita, vale a dire la libertà dalla riuscita e la libertà di riuscire, mostrando che tanta pedagogia ha solo alterato la normale condizione di apprendimento che c’è in tutti. Pontiggia precisa, con la potenza comunicativa che gli è propria, che «affermare la parola ‘realtà’, nel mondo di oggi, è dire una cosa nuova, perché oggi tutti parlano di tutto, ma la realtà è data per scontata».
Il libro, nel suo insieme, vale la pena di essere letto, proprio a partire dal fatto che l’educazione è l’introduzione alla realtà, e alla realtà totale. In effetti, ciò che rende confuso il problema educativo è la confusione quasi totale sul termine realtà. I contributi diversi mirano a mostrare come nell’insegnamento delle diverse discipline si possa giungere a conoscere la realtà e con essa, qualcosa in più dell’io. Se ci sono adulti consapevoli di quello che insegnano e consapevoli anche che si introduce nella realtà per introdurre al suo significato totale, l’avventura educativa è un compito affascinante. Come è documentato dall’annuario, il cui merito è di far presagire anche sviluppi ulteriori. Che cosa fa testo nella scuola? Ben lo dice Onorato Grassi: «Il testo è una mediazione, analoga a quella del testimone, perché non rappresenta il termine ultimo dell’azione discorsiva e della conoscenza, ma rimanda ad altro, serve per andare ad altro. In un certo senso, al testo si possono perciò applicare le stesse caratteristiche del testimone: autorevolezza, credibilità, attendibilità».

Alessandra Casetta e Francesco Valenti (a cura di)
Che cosa "fa testo" nella scuola

Associazione "Il Rischio educativo", 10 €