La copertina del libro.

MESSICO I segreti di Guadalupe s'intrecciano in un giallo

Lucio Brunelli

C’è un modo di lottare contro i nostri nemici che finisce per farci assomigliare a loro. C’è un cristianesimo “reazionario” che finisce per assumere dell’odiato avversario le stesse armi, gli stessi tic, le stesse ossessioni. Setta contro setta, massoneria contro massoneria… È questo pensiero che mi è tornato in mente concludendo la lettura dell’ultimo romanzo di Alver Metalli, L’ombra dei Guadalupes. Un elegante giallo con venature noir. La storia è ambientata, con il consueto rigore storico-documentativo, in un quartiere di Città del Messico. Nella Chiesa del Gesù prima viene profanata la tomba del conquistador, Hernán Cortés, poi viene compiuto un delitto con un rituale che ricorda le barbare cerimonie degli Atzechi.
Man mano che gli eventi incalzano, il mistero si infittisce. E le indagini si complicano. Spunta l’ombra di un’inquietante organizzazione segreta. Da secoli si batte per screditare le apparizioni della Vergine di Guadalupe. Emerge la traccia di un documento che proverebbe in modo inconfutabile la veridicità storica di quello straordinario fenomeno. Una sorta di “Codice Juan Diego”. Alle indagini della polizia locale si sovrappongono quelle di un bizzarro studioso spagnolo, il dottor Mendieta, che entra in rapporto con l’assistente di un altro docente, la sensualissima Dolores…
Accenni che fanno pensare a un romanzo stile Dan Brown. La raffinatezza della scrittura e la profondità dell’introspezione però garantiscono che non di brutta copia, sia pure cattolica, si tratta. Ma di un qualcosa di veramente originale. Il finale prenderà in contropiede il lettore abbarbicato negli schemi di un cristianesimo tutto difensivo.

Alver Metalli
L’ombra dei guadalupes

Edizioni O.G.E.
p. 220, € 15