Un'opera esposta alla mostra.

MARINO MARINI L'artista che diede colore a Milano

Sono passati trent'anni dalla morte dello scultore e pittore toscano. Per l'occasione, Regione Lombardia espone al pubblico più di 50 opere realizzate in 35 anni di attività. Tra le prime e le più recenti, un grande cambiamento
Margherita del Castillo

La città più europea d’Italia. Così Marino Marini considera Milano che lo accoglie a partire dal 1929 e lo vede affermarsi a livello internazionale se non, addirittura, mondiale. A trent’anni dalla morte il capoluogo lombardo gli dedica una mostra che mette in evidenza un aspetto forse meno noto della sua produzione artistica. Nella prestigiosa e storica sede istituzionale di Regione Lombardia sono esposte, infatti, più di cinquanta opere, tra incisioni e litografie, realizzate tra il 1946 e il 1980. «Il disegno è la parte più intima dell’artista, è la parte più immaginativa, e quindi è la parte più vera», diceva lo scultore toscano. Una passione, questa, che Marini comincia a coltivare ben prima del dopoguerra, quando negli anni Venti, ancora a Firenze, si cimenta con la tecnica dell’acquaforte mostrando fin da subito quella sicurezza del segno che contraddistingue tutta la sua creatività. Un altro strumento e ingrediente indispensabile è, per lui, il colore. «Ho sempre sentito il bisogno della suggestione sensoriale del colore, per dare inizio a una forma; è il colore che mi dà la spinta e il sentimento per fare qualcosa di creativo. Così comincio con il colore e dopo il colore vedo una linea e vedo una forma». Con queste premesse si apre il percorso espositivo del Grattacielo Pirelli che ha scelto le opere di proprietà della Collezione Guastalla di Milano per rendere omaggio all’artista. I soggetti riprodotti sono quelli che ricorrono anche nel Marini plastico. Innanzitutto il cavallo e il cavaliere che con le braccia aperte rappresenta una croce matematica, un'immagine molto evocativa che rimanda allo sfacelo della guerra e al tentativo da parte dell’uomo di ristabilire un equilibrio. Accanto ai cavalieri popolano l’universo di Marino Marini giocolieri, arlecchini, ballerini, acrobati, essendo il mondo del teatro una costante a lui molto cara.
L'arco di tempo di oltre trent’anni in cui le opere esposte sono state prodotte permette anche di seguire i cambiamenti, non solo stilistici, della sua poetica. Ad una visione dell’uomo via via più drammatica corrisponde uno stile sempre più stilizzato, linee che si spezzano e segni che si deformano. Resistono sempre, però, accanto alle immagini tragiche degli anni '60, litografie dalle larghe e pure campiture di colore, espressione dell’insopprimibile e imprescindibile desiderio di felicità presente in ogni uomo.
Con questo evento Regione Lombardia persegue l’obiettivo di valorizzare non solo il patrimonio artistico che le appartiene ma anche il lavoro di artisti che hanno scelto di risiedere e lavorare sul suo territorio contribuendo, così, ad aumentarne la bellezza.

MARINO MARINI
Segno e colore nell’opera grafica
Milano, Grattacielo Pirelli
Fino all’8 agosto 2010
Orario: da martedì a giovedì 15-19; sabato e domenica 10-19 (chiuso il lunedì)
ingresso: libero - visite guidate gratuite ogni sabato alle ore 11 e alle ore 18
info: 02/45487400


Esiste a Milano un Museo Marino Marini che accoglie le opere donate dallo stesso artista nel 1973 alla città. Esso è attualmente allestito al primo piano della Villa Reale di Milano, sede della civica Galleria d’Arte Moderna, in attesa di essere trasferito al Museo del Novecento che inaugurerà in Arengario il prossimo novembre.

Museo Marino Marini
Milano, Galleria d’Arte Moderna
Via Palestro 16
Orario: 9-13 e 14-17
Ingresso libero
Info: 02/76340809