<em>The Sugarland Express</em>, <br> la copertina del dvd.

SUGARLAND EXPRESS Tra fughe e sparatorie, il tramonto di un sogno

Una donna aiuta il marito a evadere dal carcere, per riprendersi il figlio tolto loro dal tribunale. Personaggi in cerca di una libertà che si rivela un'illusione, visti dall'occhio di un giovane Steven Spielberg
Luca Marcora

La prima opera cinematografica di Steven Spielberg destinata al grande schermo - il precedente Duel, 1971, era una produzione televisiva - è un on the road insolito, apprezzato dalla critica, ma ignorato dal pubblico a causa della rappresentazione grottesca e pessimista della società americana dell’inizio degli anni Settanta.
La galleria di personaggi che il giovane regista mette in scena, con una notevole padronanza della macchina da presa e del linguaggio cinematografico, sembra quasi accompagnare con sé il sogno americano verso un tramonto forse non così troppo metaforico. La fuga di Clovis e Lou Jean mette in scacco la polizia dell’intero Texas, che li segue impotente in una surreale processione di centinaia di auto (di cui certamente si sarà ricordato John Landis per il folle inseguimento finale del suo The Blues Brothers), rallentata fino a diventare un vero e proprio corteo che attraversa paesi in festa, con la gente che accorre per vedere e confortare i nuovi eroi in lotta con un sistema che toglie i bambini alle famiglie come fossero semplici oggetti. Ovviamente non tutti sono ben disposti verso i due fuggiaschi, come i tre uomini che, fucili alla mano, si inventano giustizieri fai-da-te e, credendosi dalla parte della legge, scatenano una sparatoria sproporzionata per eliminarli. Nemmeno i due protagonisti sono risparmiati dalle critiche: Clovis è in fondo un ragazzo indeciso che si finge sicuro, succube di una moglie che durante l’inseguimento non rinuncia a fermarsi ai distributori per raccogliere i bollini della raccolta premi. Il tutto osservato dall’occhio sempre più invadente dei media, un occhio decisamente ottuso, che il regista farà finire letteralmente nel fango.
Eppure, nonostante questa messa in scena a tratti decisamente paradossale, Sugarland Express non è una commedia e Spielberg riesce efficacemente a calarci nella drammaticità dei personaggi, in bilico tra sentimenti opposti. L’immaturità e l’irresponsabilità di Clovis e Lou Jean, ma anche il loro dolore per la separazione dal proprio figlio; l’umanità dei poliziotti, di Slide e del capitano Tanner soprattutto, che però non possono sottrarsi al loro dovere di tutori della legge, sono lo specchio di una società rivoltata dalla crisi del ’68, che fatica a trovare la giusta direzione in grado di conciliare una nuova, illusoria idea di libertà appena conquistata con i valori tradizionali di una società forse non ancora pronta ad una vera rivoluzione.
Uno Spielberg minore, prima del successo internazionale, ma comunque interessante e già maturo, che testimonia le origini di uno dei più influenti registi del cinema della New Hollywood.

Sugarland Express (The Sugarland Express, USA 1974)
di Steven Spielberg
DVD: Universal