L'<em>Ave Maria a trasbordo</em> <br>di Giovanni Segantini.

LECCO L'occhio di Testori, i volti dei Promessi Sposi

Da ottobre sono stati più di 8 mila i visitatori alla mostra allestita a Villa Manzoni. Una raccolta di dipinti in cui il novatese "vedeva" i personaggi del romanzo. Nei prossimi week-end una serie di visite coi curatori
Davide Dall'Ombra

È un’occasione da non perdere quella proposta dall’Associazione Giovanni Testori i prossimi tre sabati di gennaio: tre visite guidate alla mostra Testori a Lecco, aperta sino al 30 gennaio. Saranno i curatori della mostra ad accompagnare i visitatori il 15, 22 e 29 gennaio alle 15.30.
Sono più di 90 le classi che in questi mesi hanno prenotato le visite guidate e circa 2.000 studenti hanno partecipato ai laboratori organizzati nell'ambito della mostra, grazie anche alla collaborazione della società Materiaviva.
La mostra, che ha superato in questi giorni gli 8.000 visitatori, propone una lettura nuova e avvincente dei Promessi Sposi, visti con gli occhi di Giovanni Testori. La cornice indimenticabile è la villa del padre di Manzoni, dove Alessandro aveva vissuto la sua giovinezza tra i luoghi, le montagne e l’Adda che si ritrovano nel romanzo. L’esposizione propone una raccolta di straordinari ritratti dell’arte lombarda del Sei e Settecento, nei quali Testori aveva rintracciato i volti dei protagonisti dei Promessi Sposi. Una suggestione letteraria e umana, nata dalla necessità dello scrittore di dar sempre corpo alle parole e un’unità tra testi e immagini che il visitatore potrà sperimentare davanti ai capolavori di Ceruti, Fra’ Galgario, Tanzio da Varallo e Ceresa.
Se nella pittura dell’Ottocento Testori ritrova lo spirito manzoniano nell’opera di Giovanni Segantini, interprete con il suo capolavoro (L’Ave Maria a trasbordo) dell’"addio monti", spetta a Ennio Morlotti mettere in figura l’Adda, in una serie di dipinti della metà degli anni Cinquanta, proposti in mostra in un nucleo eccezionale mai visto prima. «La mostra propone perciò un itinerario attorno a Manzoni attraverso le immagini di cui lui era permeato e che lui, a sua volta, ha permeato. In questo modo la “pasta” umana dei suoi personaggi e del suo mondo balza all’occhio in modo indimenticabile» (Giuseppe Frangi). Ma non solo: nelle grandi e suggestive cantine va in scena una rievocazione della Monaca di Monza, il personaggio più amato da Testori, al quale aveva dedicato l’omonimo dramma, portato in scena nel 1967 da Luchino Visconti.

(Per partecipare è necessario prenotare info@associazionetestori.it - Tel: 02.55.22.98.370/5, l’ingresso alla mostra è gratuito e il costo della visita è di 10 euro).