Lucilla Giagnoni in "Dante e le stelle...".

La Commedia in scena. Un segreto che sta nel suono e nella voce

Il 13 aprile Lucilla Giagnoni porta in scena "Dante e le stelle, Vergine Madre": sei canti del poema dantesco, niente spiegazioni, solo poesia. E un'arte «per parlare di sé e conoscere di più la realtà»
Linda Stroppa

Sei canti della Divina Commedia, tra i più noti. Sei tappe di un pellegrinaggio nel mezzo del cammin di nostra vita: è questa l’idea da cui nasce lo spettacolo di Lucilla Giagnoni, invitata a recitare al teatro comunale di Limbiate, da Carlo Pastori, che ne è direttore artistico. La Giagnoni, attrice fiorentina cresciuta alla scuola di Gabriele Vacis, porterà sulla scena, il 13 aprile, lo spettacolo, dal titolo: “Dante e le stelle, Vergine Madre”, in omaggio all’ultimo canto del Paradiso. Un monologo di quasi due ore che affascina. Un viaggio in cui convergono le storie di Ulisse, Piccarda, Ugolino e degli altri protagonisti della Commedia Umana di Dante.
Lei è una delle pochissime donne che si sia avventurata a cantare le terzine dantesche. E lo ha fatto in modo tutto suo, calcando ogni singolo suono e trasformandolo in un macigno: le rime aspre e chiocce dell’Inferno, i toni fanciulleschi di Piccarda, la voce roca e crudele del conte Ugolino. Proprio qui sta il segreto: nel suono e nella voce. Attraverso l’interpretazione di Lucilla si entra nell’oltremondo della Commedia, senza che ci sia bisogno di parafrasare nulla. «I canti non vengono spiegati», dice l’attrice, «sono parole incantatorie, quelle della Divina Commedia. Eternamente ripetute come le preghiere. E dalle parole nascono le storie».
«La scelta di Lucilla è un volo alto», spiega Pastori, «Ma ho deciso di osare, lasciando da parte per un attimo il teatro comico e l’operetta (perché ridere va bene, ma poi cosa resta?). “Vergine Madre” è una perla»: apparentemente non per tutti, perché spesso siamo troppo abituati agli omogeneizzati di comicità. «Ma quello che Lucilla porta sulla scena è teatro semplice. E vero. Che parte dalle parole per far nascere delle storie che parlano di noi». Una scommessa che «speriamo funzioni».
E sicuramente funzionerà: ad introdurre lo spettacolo, a Limbiate, ci sarà anche Franco Nembrini, rettore del Centro scolastico "La Traccia" di Calcinate (Bg), esperto di Dante e autore della collana Alla ricerca dell’Io perduto. L’umana avventura di Dante. «Mi sono appassionato all’opera dantesca ascoltando Nembrini che la spiegava», racconta Pastori. «Mi interessa il motivo del suo innamoramento alla Commedia, perché è la stessa ragione che fa amare a me il teatro e la musica: l’arte non è che un modo per parlare di sé e conoscere di più la realtà». Nembrini sa raccontare «come facevano i nostri nonni», recuperando il tesoro della tradizione: la vita che si racconta nel tempo. E proprio la tradizione è ciò che permette di riscoprire l’attualità del messaggio di Dante, attraverso l’interpretazione della Giagnoni. «Un’occasione per scoprire che il teatro può diventare strumento di educazione. Per tutti».

“Dante e le stelle, Vergine madre” di Lucilla Giagnoni
Teatro Comunale di Limbiate (via Valsugana 1)
Per info e prenotazioni: Eurocompany, tel. 02-315532 - gazzolo@enter.it