Carbonato, "Cielo, mare, terra", 2011. Olio su tavola.

La realtà «messa in quadro»

Sulla tela, oggetti umili e dettagli. Poi i bianchi e i toni tenui che investono le cose di una luce «affettiva». Così la pittrice Maria Teresa Carbonato racconta la realtà, «fatta di durata e di memoria»
Rodolfo Balzarotti

Formatasi alla scuola del Chiarismo lombardo (De Rocchi fu il suo maestro al Liceo Artistico di Brera), Maria Teresa Carbonato ne ha profondamente assimilato due aspetti fondamentali: il linguaggio tonale e la assoluta ferialità, quasi banalità dei soggetti. E i due aspetti, in un certo senso, sono strettamente collegati: Il tonalismo, la predominanza dei grigi, dei bianchi e dei beige, con poche accensioni di colori (quasi) primari, accentuano il ruolo della luce e impregnano gli oggetti di una qualità che non è solo cromatica, ma anche affettiva. Il tonalismo è perciò come un filtro che conferisce agli oggetti, soprattutto quelli più quotidiani e umili, una densità temporale, fatta di durata e di memoria. È la grande scuola che da Vermeer arriva fino a Morandi.
Nei lavori di questi ultimi due-tre anni, poi, si avverte anche la lezione di un altro grande maestro della pittura recente, William Congdon: l’uso dell’olio in impasti più densi, stesi direttamente con gli stick, il disegno inciso nella pasta del colore, la mescolanza della polvere d’oro nei pigmenti, che va a impregnare i colori, tendenzialmente spenti, di un fulgore discreto e nello stesso tempo glorioso.
C’è poi un ulteriore aspetto che sempre di più è emerso in questi ultimi anni: abbastanza regolarmente l’"invenzione" (nel senso etimologico del “trovare”) del soggetto dei suoi dipinti scaturisce da scatti fotografici (quasi sempre di rara bellezza). Questo intervento della macchina fotografica mi sembra sintomatico. Esso forse corrisponde all’economia profonda attraverso la quale Maria Teresa elabora l’immagine pittorica. L’arte del fotografo è soprattutto un’arte di inquadratura (della “messa in quadro”), di selezione nel continuum della realtà, di un frammento ritagliato, isolato, fissato da un obiettivo. Atto del ritaglio, che tuttavia accade solo come esito di una paziente attesa, di una attitudine, per così dire, contemplativa.
In ogni caso i dipinti di Maria Teresa riguardano quasi esclusivamente degli spazi umani, anche se per lo più l’uomo è assente. Sono spazi umani perché sono spazi abitati e abitabili e percorribili: stanze, vani, scale, nel loro specifico ruolo di ambienti protetti, riparati, ma nello stesso tempo aperti, relazionati ad un altro, a un fuori, a un oltre. Oppure - e il caso delle opere dedicate all’architettura rustica del Trentino - si tratta di quegli spazi esterni che si configurano comunque come spazi protetti: voltoni, viottoli che danno forma al cielo, alla campagna circostante isolandone dei frammenti, rendendoli parte dello spazio domestico.

Non si vede bene che col cuore
Mostra di dipinti e disegni di Maria Teresa Carbonato

dal 18 giugno al 14 luglio 2011
orario : ven. sab. 18.30 - 22.00 / dom 9.30 - 12.30
altri giorni e orari su richiesta cell. 339-1477032
Torre Saracena. Centro Storico, via Gramsci
Deiva Marina (SP)