La Sagrada Família.

«La Sagrada fa desiderare in grande»

"Moved by Beauty" è la mostra sull'opera di Gaudí, ospitata per la Gmg nel parco di Madrid. I pannelli raccontano al mondo come la bellezza della basilica catalana «cerchi di costruire l'uomo» ricordandogli la sua grandezza (guarda il video)
Paola Ronconi

Mossi dalla bellezza. Ecco ciò che accade a tanti che visitano ogni giorno la Sagrada Família di Barcellona. Ecco ciò che i curatori della mostra sulla basilica catalana volevano comunicare attraverso un percorso di pannelli allestiti presso la Passeggiata del Laghetto, nel Parco del Retiro di Madrid, dove si è appena conclusa la Giornata Mondiale della Gioventù.
“Moved by Beauty” è stata per molti giovani della Gmg una tappa inaspettata, una visita virtuale che ha permesso di conoscere un luogo tanto affascinante del cristianesimo spagnolo, anche se di fatto lontano 600 km da Madrid.
L’idea del cardinale Antonio Rouco Varela, vescovo di Madrid e responsabile del comitato organizzativo della Gmg, era mostrare ai tanti pellegrini, molti dei quali non spagnoli, la devozione spagnola, la sua cattolicità. Così «quando ci hanno telefonato dalla segreteria organizzativa della Giornata della Gioventù affidandoci l’allestimento di una mostra, non avevamo le idee ben chiare, se non che volevamo comunicare il fascino che ha colpito noi», racconta Chiara Curti, architetto e commissaria della mostra. «Io e altri amici organizziamo le visite guidate dell’opera di Antoni Gaudí a Barcellona. Vivere accanto alla Sagrada Família fa desiderare in grande, non solo per le sue dimensioni, ma per quello cui la sua architettura continuamente rimanda. Così ci siamo detti: mostriamo cosa succede di fronte a questa bellezza». Per il gruppetto dei curatori, tra cui Carmen Giussani direttrice di Huellas e facente parte del comitato scientifico, è stato necessario avere a che fare con i responsabili del cantiere della cattedrale: con José Manuel Almuzara, presidente dell’associazione pro-beatificazione di Gaudí e architetto, Jordi Faulí, co-direttore dell’opera del Tempio Espiatorio della Sagrada Família e architetto, Etsuro Sotoo, scultore che continua l’opera del genio catalano. Poteva essere una formalità da superare e nient’altro. Invece «abbiamo semplicemente tirato il filo che il Signore ha messo nelle nostre mani», racconta Diego Giordani, che di lavoro fa tutt’altro, ma che per passione conosce bene l’opera di Gaudí. «Più tiravamo, più capivamo che stavamo percorrendo una strada non nostra». Quel filo misterioso ha fatto sì che da quei rapporti formali siano nate amicizie fraterne. Anzi, «il lavoro sulla mostra ha permesso anche agli “addetti ai lavori” di entrare ancora di più in ciò che Gaudí aveva in mente. Anche lo stesso arcivescovo di Barcellona, il cardinale Martínez Sistach, il cui giudizio era per noi importante essendo presidente del tempio espiatorio, è venuto al Parco del Retiro trattenendosi con noi a lungo, commosso da quello che vedeva» racconta Chiara.
Le cinque sezioni descrivono ciò che accade a molti visitatori della Sagrada: «Tutto parte da un fiat, dalla disponibilità a mettersi di fronte alla realtà. Come la Madonna. Accetto che succeda qualcosa in me», spiega Chiara. «Misterium: scopri che ci sono una quantità di dettagli che parlano già del tutto (come i particolari architettonici della chiesa), e ti danno la possibilità di intravedere il destino grandissimo cui sei chiamato attraverso le banalità di tutti i giorni. Kefas, il nome che Gesù ha dato a Pietro. Ci si sente chiamati. E il tuo nome cambia perché non sei più la persona di prima. Ora et labora: appena sei chiamato, vuoi fare qualcosa, metterti in opera. Infatti semplici visitatori ci chiedono di poter lavorare, come possono. Nessuno esce indifferente. Vogliono dirlo a tutto il mondo: sursum corda, col cuore alzato al cielo si è missionari. Noi possiamo raccontare questo». E le 70.000 presenze stanno a dire quanto la Sagrada Família «ha vita propria, cerca di costruire l’uomo», come dice Etsuro Sotoo.
Alla mostra, nei giorni della Gmg, si poteva vedere un video, che ora Tracce.it ripropone, dove chi parla è gente colpita dalla bellezza e dal significato del tempio espiatorio, gente che ha saputo spalancare occhi e cuore di fronte a quelle architetture, come padre Aldo Trento e Marcos e Cleuza Zerbini. Il video (in spagnolo, con alcune parti in italiano) propone anche alcune sequenze della consacrazione dell’altare che Benedetto XVI ha celebrato nel novembre dello corso anno. Per finire un ospite insolito: Bono degli U2 che canta Amazing Grace di fronte alla tomba di Gaudí, nella cripta, in occasione della sua visita, nel giugno 2009.

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sagrada familia, moved by beauty from moved by beauty on Vimeo.