"Il primo mattino del mondo" (2011).

Frammenti che rivelano un segreto

A Milano, vicino all'Arco della Pace, sono esposte le ultime opere della pittrice Mariateresa Carbonato. Persone osservate da lontano, porte e finestre socchiuse. Scatti di realtà che «catturano» e «orientano» lo sguardo
Rodolfo Balzarotti

Con le opere qui esposte, Mariateresa Carbonato coglie i frutti di una intensa stagione produttiva che, se da un lato conferma i temi e il sentimento della vita che da sempre l’hanno ispirata, dall’altro introduce importanti novità. In particolare, la presenza della figura umana nella cosiddetta serie degli “amici”. Sono ritratti assolutamente sui generis, giacché le persone sono colte in distanza e la loro singolarità è colta esclusivamente nella postura delle rispettive figure. Sono, infatti, ritratti di gruppo, istantanee che fermano un attimo di vita vissuta, discrete allusioni a una storia comune. C’è poi l’aspetto che sempre di più è emerso in questi ultimi anni: l’intervento della macchina fotografica come fase preparatoria alla pittura. Esso forse corrisponde alla economia profonda attraverso la quale Mariateresa elabora l’immagine pittorica. L’arte del fotografo è soprattutto un’arte di inquadratura, di selezione del continuum della realtà, di un frammento ritagliato, isolato, fissato da un obiettivo. Atto del ritaglio, che tuttavia accade solo come esito di una paziente attesa, di una attitudine, per così dire, contemplativa. Ora, proprio questo ritaglio è presente in quasi tutte le sue opere pittoriche (certamente nelle migliori). Moltissime mettono addirittura a tema questo ritaglio: stipiti di porte, voltoni e sottoportici, e, come dicevamo sopra, le finestre. Non è possibile, data la ricorrenza così insistita di questo motivo, non pensare al suo valore metaforico; ciò che conta è questo enigmatico, sempre imprevedibile, ma a suo modo rassicurante e confortante punto di incontro tra interno ed esterno, tra il soggetto e l’oggetto, tra il pittore e la realtà. Il ritaglio, la cornice, riproducono all’interno del quadro la sua stessa natura di superficie delimitata che, nel continuum dello spazio reale, apre un varco, cattura lo sguardo e lo orienta. Nelle opere qui presentate la finestra è tematizzata come tale, soprattutto le finestre chiuse o socchiuse, come a custodire un segreto che, per il fatto di esser tale, non cessa tuttavia di ri-velarsi.

Le finestre, gli amici
Spazio Lumera, via Abbondio Sangiorgio 6 (MI)
dal 12 novembre al 3 dicembre
lun, mar, gio, ven 16.00-19.30
sab 10.30-12.30 16.00-19.30