Le copertine dei dvd sul mercato italiano.

Anghelopulos e l'odissea cinematografica

Il 24 gennaio è morto Theo Anghelopulos, uno dei registi più famosi degli ultimi 50 anni. Il suo cinema: guardare la contemporaneità alla luce della mitologia antica. Un esempio su tutti "La recita", storia della Grecia dal 1939 al 1952
Luca Marcora

Theo (Thodoros) Anghelopulos (Atene 1935 – Pireo 2012) è stato il più famoso regista cinematografico greco. Nato come critico cinematografico, il suo esordio dietro la macchina da presa avviene nel 1970 con Ricostruzione di un delitto (Anaparastasi), «paragonato a Ossessione (di Luchino Visconti) per il ruolo di rottura che ha avuto nel cinema greco, quando vigeva ancora la dittatura dei colonnelli» (Paolo Mereghetti), la serie di governi militari anticomunisti saliti al potere dopo il colpo di stato del 1967. La vicenda dell’emigrante tornato nel suo villaggio e ucciso dalla moglie, delle ricerche per scoprire la verità, sono un’evidente richiamo alla situazione politica della Grecia di quel periodo. Ma nello sguardo di Anghelopulos è già presente quella che sarà poi una costante di tutto il suo cinema: la trasfigurazione lirica delle vicende contemporanee nella luce della mitologia greca, in un incessante dialogo tra passato e presente anche all’interno di una stessa immagine.
Vertice di questo cinema è La recita (O thiasos, 1975), dove il regista ripercorre la storia del suo Paese dal 1939 al 1952 attraverso le vicende di un gruppo di attori, tutti dai nomi derivati dal mito degli Atridi, che portano in scena un dramma ottocentesco. Lunghissimo, poco meno di 4 ore di pellicola, il film è la summa dello stile del maestro greco: ampi silenzi, narrazione circolare, lunghi piani sequenza (inquadrature in cui una o più azioni vengono seguite senza alcuno stacco di montaggio) nei quali personaggi di epoche diverse entrano ed escono di scena. L’opera è il vertice di una notevole libertà formale e di un modo assolutamente originale di operare sul quella che dovrebbe essere la normale cronologia di un racconto. Nel 1980 con l’altrettanto lungo Alessandro il grande (Megalexandros, storia di un evaso d’inizio Novecento che si mette a capo di un comunità che lo accoglie come il nuovo Alessandro il Macedone) Anghelopulos riprende tutti gli spunti narrativi di La recita, ma questa volta il risultato è meno suggestivo e apre a una fase più esistenziale e contemplativa della carriera del regista, non sempre però sostenuta da risultati convincenti.
Il volo (O melissokomos) (1986), Paesaggio nella nebbia (Topio stin omichli) (1988), Il passo sospeso della cicogna (Les pas suspendu de la cigogne) (1991), Lo sguardo di Ulisse (To vlemma tou Odyssea) (1995), L’eternità e un giorno (Mia eoniotita kai mia mera) (1998), sono le tappe di un percorso personale, una vera e propria odissea, nella memoria di un Paese che diventa memoria dello sguardo che lo percorre, alla ricerca di una identità che sembra affondare le sue radici nel mito di un mondo forse ancora completamente da riscoprire.
Proprio la storia della Grecia è lo sfondo di un progetto dai toni monumentali, una ideale trilogia formata da La sorgente del fiume (Trilogia: To livadi pou dakryzei, 2004), La polvere del tempo (Trilogia II: I skoni tou hronou, 2008) e che si sarebbe dovuta concludere con L’altro mare, pellicola dedicata all’attuale crisi economica. Ma sul set di questo film il regista ha perso la vita dopo un incidente con una moto mentre attraversava la strada.
La prima fase della carriera di Theo Anghelopulos non è attualmente documentata in Italia da nessun dvd, anche se spesso quei film sono stati trasmessi in televisione durante le nottate di Fuoriorario su RaiTre.
Questi invece i dvd usciti sul mercato italiano:
Il volo (1986) con Marcello Mastroianni; DVD Passworld.
L’eternità e un giorno (1998) con Bruno Ganz, Isabelle Renauld e Fabrizio Bentivoglio; DVD Dolmen Home Video.
La sorgente del fiume (2004) con Alexandra Aidini, Nikos Poursadinis, Giorgos Armenis, Vassilis Kolovos; DVD CVC (attualmente fuori catalogo).
La polvere del tempo (2008) con Willem Dafoe, Bruno Ganz, Michel Piccoli e Irène Jacob; DVD Cecchi Gori.