La copertina del disco.

La musica delle Beatitudini

L'opera racconta il Discorso della Montagna. Una sequenza di maestosi quadri musicali per mostrare l'ingresso di Cristo nella vita quotidiana. «La gioia mescolata alle lacrime», ricordava Mounier, è il sigillo della musica del centuplo quaggiù
Andrea Milanesi

In una delle missive raccolte nel volume Lettere sul dolore, Emmanuel Mounier si sofferma in modo particolare sulla «grande musica» di César Franck (1822-1890); a tale riguardo il filosofo entra nel merito di uno dei massimi capolavori del compositore francese, l'oratorio Les Béatitudes, e di alcuni passaggi musicali che per lui rappresentano una sorta di meta a cui tendere, in cui si può trovare «la gioia mescolata alle lacrime; la gioia trascendente, immanente alla sofferenza non riassorbita».

Ed è proprio questa la traccia, quasi il sigillo indelebile che pare infatti suggellare la maestosa partitura di Franck dedicata al celebre Discorso della Montagna, in cui Gesù proclama alcune delle verità più rivoluzionarie del suo messaggio evangelico; un capovolgimento di prospettiva che sembra ribaltare gli equilibri prescritti dalla mentalità dominante, ma che in realtà apre le porte del Suo ingresso nella vita quotidiana di chiunque accetti la scommessa di seguirLo. E allora il centuplo quaggiù diventa una realtà sperimentabile per i poveri in spirito, gli afflitti, i miti e i misericordiosi, coloro che hanno fame a sete della giustizia, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per causa della giustizia, ma anche per coloro che vengono offesi, derisi e insultati per la loro fede.

In una delle rare registrazioni discografiche dedicate alle Béatitudes, il direttore Helmuth Rilling - già protagonista di una pluripremiata incisione integrale dell'opera sacra del sommo Bach - sceglie di affrontare questo lavoro con un approccio quasi teatrale, dando vita a una grandiosa pièce musicale che vive di laceranti conflitti; la contrapposizione continua tra spunti corali, interventi dei cantanti solisti ed episodi orchestrali contribuisce infatti a caricare di pathos i nove quadri (un Prologo e otto Beatitudini) attraverso i quali Franck porta in scena (con alcune licenze letterarie derivate dal libretto di madame Joséphine Colomb) l'infinita lotta tra il bene e il male, tra luce e tenebre, e, come sottolineava Mounier, tra gioia e sofferenza.

Una sequenza di quadri di forte suggestione spingono infatti l'ascoltatore a confrontarsi e a immedesimarsi con le atmosfere contrastanti della prima Beatitudine (dove si incrociano le perorazioni di giustizia e misericordia del coro terreno e di quello celeste), passando per la commovente intensità della terza (con la solenne marcia funebre che sfuma nel toccante lamento di una madre che piange la morte del proprio figlio) o l'immediatezza espressiva della sesta (sospinta dalla fiduciosa baldanza del “tema della purezza”), in un crescendo che culmina in ultimo nel drammatico scontro tra Satana e Cristo, protagonisti di un vero e proprio duello che si chiude con il proclama vittorioso del Redentore all'intera umanità: «Avete seguito la mia legge sulla terra e ora venite; la mia croce aprirà a voi la strada della gloria eterna».

César Franck
Les Béatitudes

Stuttgart Radio Symphony Orchestra, Gächinger Kantorei Stuttgart, Helmuth Rilling
Hänssler Classics (2 Cd) / Codaex (2009)