Marlene Dumas, Hommage to Michelangelo, 2012.

Marlene Dumas, la vertigine e il coraggio di dipingere

Dalla Pietà Rondanini a Amy Winehouse, da "Il vangelo secondo Matteo" di Pasolini alle orfanelle di Milano. Una mostra che affronta temi insidiosi per l'arte contemporanea, come la crocifissione, l'abbandono e la maternità...
Luca Fiore

«Penso che l’intera idea della crocifissione abbia una doppia anima, perché Cristo nella storia della Bibbia ha accettato di dover morire, ma sapeva che sarebbe risorto... Anche in quanto madre, quando hai un bambino, ti confronti con qualcosa che non hai mai sperimentato prima: la paura che possa accadere qualcosa a tuo figlio. Ma non puoi combinare insieme la vita senza la consapevolezza di quello che succederà, quindi la sintesi di tutte queste figure (i quadri, ndr) è la sintesi per la vita. Anche fare un dipinto è un atto positivo per la vita, perché se non trovi un significato in nulla non puoi dipingere». Marlene Dumas è una delle pittrici di maggior successo in circolazione. E così spiega la propria poetica e la decisione di affrontare il tema - così insidioso per un artista contemporaneo - della crocifissione. La mostra alla Fondazione Stelline di Milano, intitolata Sorte, è una mostra sorprendente. Ricca e profonda. Ha una spina dorsale robusta, un pensiero coerente che la sostiene. In una bella videointervista, che si può vedere sul web, l’artista sudafricana ma olandese d’adozione spiega con molta semplicità il percorso che l’ha portata a riunire in una sola mostra la Pietà Rondanini, Pasolini, Amy Winehouse e le Stelline, le orfanelle della Milano di un tempo.

«Quando mi è stato chiesto di fare la mostra ho visto tutte le foto dell’archivio e ho voluto ispirarmi alle ragazze del collegio», racconta la Dumas: «Sono vestite con abiti degli anni ’30 e comunicano una sensazione nostalgica anche perché probabilmente non saranno più vive... Ho pensato a come loro interagissero con la figura di Gesù nella mostra. Ma siccome la mia mente, in modo curioso, continua a creare associazioni e saltare da una cosa all’altra, ho pensato anche che queste figure assomigliassero un po’, con i loro abiti bianchi, a degli angeli. Come nei dipinti antichi dove spesso, accanto al crocefisso, si trovano cori di angeli». E ancora: «Quando ho visto la Pietà Rondanini dal vivo mi ha toccata molto, ma non potevo utilizzarla direttamente come fonte... Ho fatto questo piccolo dipinto, che assomiglia più a un omaggio. Riflettere passando dalla relazione tra padre e figlio a quella tra madre e figlio... e così torniamo a Pasolini, quindi da Michelangelo a Pasolini...».

Oltre ai crocifissi e l’omaggio alla Pietà conservata al Castello Sforzesco, infatti, la pittrice espone anche alcuni dipinti ispirati all’opera di Pasolini. Innanzitutto Il Vangelo secondo Matteo, nel quale la madre del regista impersona la Madonna ai piedi della croce. E Mamma Roma, nel quale Anna Magnani è una madre straziata dalla morte del figlio. E poi il ritratto dello stesso Pasolini: figlio ucciso alla quale la madre è costretta a sopravvivere. «Ho preso come riferimento anche il film di Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo)», racconta la pittrice: «Ho pensato al personaggio che interpreta Gesù e come il regista ha costruito l’intero film... Dalla scelta di sua madre per il ruolo di Maria sotto la croce, fino all’utilizzo della voce di Odetta che canta: Sometimes I feel like a motherless child (A volte mi sento un bambino senza madre, tdr). E questa è un’altra connessione con l’orfanotrofio, con l’assenza della madre e con la Pietà...».

Una mostra la cui narrazione procede come una spirale attraverso dei cortocircuiti. La maternità, la perdita, l’abbandono, la figliolanza. Non capita spesso che la pittura, proprio la pittura così fuori moda, abbia il coraggio e la statura di toccare queste vertigini.

Marlene Dumas, Sorte
Milano, Fondazione Stelline (corso Magenta 61)
13 marzo - 17 giugno 2012
Orari: da martedì a domenica, 10 - 20