Il coro spagnolo "El leon de oro".

La fabbrica dei cori

Dalla tradizione sacra ungherese al jazz turco. È il tour lombardo del Festival internazionale del canto. Nato ventuno anni fa, dal desiderio di un maestro: «Far sentire ai miei compaesani ciò che mi colpiva all'estero». Le esibizioni fino al 28 giugno
Francesca Mortaro

«Vogliamo portare la miglior musica corale nel nostro territorio». Carlo Leonardi è il presidente dell’Associazione Jubilate e racconta com’è nato il Festival Internazionale dei cori che si è aperto lo scorso 16 giugno a Legnano e che continuerà fino al 28. «Con un gruppo di amici appassionati di musica abbiamo dato vita al “Coro Jubilate”. Erano gli anni Settanta. Nelle nostre tournée all’estero abbiamo conosciuto molti altri cori. Ascoltavamo modi diversi dal nostro di eseguire certi canti, da cui però emergeva una bellezza che ci colpiva e che volevamo far conoscere anche a casa nostra. Per questo, nel 1992, ci è venuta l’idea di creare un festival dove i nostri compaesani potessero vedere, e soprattutto sentire, le stesse cose che ci avevano affascinato in quei viaggi».

Oggi il festival è giunto alla sua XXI edizione. Un’agenda ricca di esibizioni, con ventotto concerti, tutti a ingresso gratuito, sparsi in venticinque comuni lombardi. I cori che partecipano alla rassegna sono otto, tutti di nazionalità differenti: dalla Spagna all’Ungheria, dalla Germania alla Lettonia passando per Gran Bretagna, Svezia, Repubblica Ceca. Fino alla Turchia. Il repertorio richiesto spazia dalla musica sacra al folk, da quella popolare al jazz. «Noi chiediamo ai cori di cantare i loro brani migliori e ognuno poi sceglie cosa proporre in concerto», spiega Leonardi. «La novità di quest’anno è il “Bogazici Jazz Choir”, il primo coro jazz a cappella turco. I loro canti vengono da una base culturale totalmente diversa dalla nostra e in cui c’è molto da scoprire. Penso che sia una grande occasione per entrare in contatto con un mondo che a volte ci sembra troppo lontano».

Gli appuntamenti centrali sono in programma per il 23 e il 24 giugno a Milano e si potranno seguire anche in diretta streaming dal sito www.jubilate.it. Il primo sarà nella Basilica di Sant’Ambrogio (ore 21), il secondo al Teatro Dal Verme (ore 17). «Si tratta di due “maratone” in cui si esibiranno tutti i cori e ci sarà la possibilità di ascoltare canti particolari, ma non solo», racconta Leonardi. «Spesso i gruppi colorano la loro performance di balletti tradizionali e scenografie suggestive. Un modo per trasmettere la propria identità coinvolgendo emotivamente il pubblico». Il clima che si respira nei giorni del festival è festoso e di grande familiarità. «I 160 coristi sono alloggiati tutti nello stesso albergo a Legnano. Tra una prova e un concerto, si conoscono, si scambiano spartiti e contatti. C’è la possibilità di un incontro vero». È questo uno dei valori aggiunti della manifestazione: «Quando si torna a casa ci si sente arricchiti dal rapporto con l’altro». E proprio nel panorama di crisi europea e internazionale, come quello che stiamo attraversando, «è un’esperienza unica vedere persone che si mettono insieme e condividono la loro tradizione e la loro storia, senza cancellarla. Rimanendo se stessi».

In questi ultimi anni, il festival ha ricevuto sei medaglie al merito artistico dal Presidente della Repubblica. «È il segno che la nostra iniziativa ha un valore riconosciuto a livello nazionale», spiega Leonardi. «I cori che scegliamo di invitare sono i migliori sulla piazza. Come ad esempio gli ungheresi “Banchieri Singers”: per loro abbiamo dovuto fermare la data con due anni di anticipo». Gli abitanti del posto come rispondono all’invito del festival? «Lunedì al concerto di apertura erano presenti 1300 persone, e, tenendo conto che quella sera si disputava la partita degli Europei di calcio Italia-Irlanda, mi sembra un ottimo risultato. C’è un interesse vivo. Le persone rimangono colpite dal canto, stupite direi». Perché? «Per la bellezza che percepiscono. Quando senti cantare un coro, quello che ti arriva non è solo la somma delle voci diverse, è qualcosa di più, che io ora non so definire. Ma, ogni volta, accade».

Per informazioni: www.lafabbricadelcanto.it