Un cantastorie per la Fabbrica del Duomo
Il 13 e 14 aprile a Milano il nuovo spettacolo di Carlo Pastori. Nei panni di Agostino, sacrestano della cattedrale, che improvvisa una visita. E racconta la storia di un popolo: dalla prostituta Marta alla pelliccetta logora di CaterinaL’è un tuchelìn de paradis. Un tocco di paradiso in terra, con quelle sue centotrentacinque guglie. Da quella più alta svetta la Madonnina «4,6 metri… Mica poi tanto così Madonnina». Si tratta del duomo di Milano, spiegato da una guida d’eccezione: il sacrestano Agostino, interpretato dall’attore comico Carlo Pastori, che riscopre e fa scoprire, recitando, uno dei luoghi simbolo della sua città. A.U.F Costruire Cattedrali - Uno spettacolo Duomo, in scena al teatro Rosetum il 13 e 14 aprile, è il suo ultimo monologo teatrale, liberamente ispirato al libro “Costruire Cattedrali” – il Popolo del Duomo di Milano di Martina Saltamacchia, curatrice della mostra Ad usum fabricae, presente al Meeting 2012. Ed è proprio da alcuni pannelli che Carlo rimane folgorato: «Venerdì ero a Rimini a vedere la mostra e lunedì a Milano a fotografare tutto il Duomo. Io che sono nato in via Porpora e il Duomo non l’avevo mai considerato, ora sono appassionato alla storia del Santo Chiodo». Reliquia che il sacrestano Agostino indica durante la seconda parte dello spettacolo e si sorride nel vedere le teste del pubblico che seguono il profilo del braccio alzato, credendo di essere veramente dentro il duomo.
Invece la scenografia, ricercatamente scarna, rappresenta l’altare della Madonna dell’aiuto, presente all’inizio della navata di sinistra della cattedrale: solo un portacandele da chiesa di paese, una panca poco più alta di un inginocchiatoio e Carlo, che ora è Agostino mentre dirige a canone un coro “speciale” (e qui, ma non solo, la comicità è assicurata), ora è il notaio innamorato di Marta. Ora torna la guida impacciata, con un gioco di luci sceniche alleato che sostiene la scena quasi come una spalla.
Tutto ha inizio quando il povero sacrestano si ritrova un gruppo di turisti in orario di chiusura e su direttiva del suo capo, improvvisa una visita. Appena inizia, i numeri e l’erudizione non lo soddisfano. Parte, quindi, raccontando di gente realmente vissuta, semplice come lui, che ha contribuito nei secoli a costruire il duomo milanese. «Io divento altro quando racconto le storie». Il primo testimone narra di Marta, la prostituta che portava offerte ogni mattina. «Le prostitute vi passano davanti nel Regno dei cieli. Lei vi passa con la carrozza», grida il notaio innamorato ai vecchi borghesi. Altra storia è quella di Caterina e della sua pelliccetta logora, donata per sostenere i lavori della Fabbrica. E all’acme della commozione, si torna con un giro di musica classica all’ironia pragmatica del sacrestano, che tra una battuta per le troppe candele e l’altra, dice: «Se non fosse per le preghiere, il marmo sarebbe tutto bianco». I cambi di registro sono tanti e vivaci e spesso è un ridere e piangere assieme. Da Gàudi (con l’accento sulla a), architetto di una Sagrada “macchietta” del Duomo milanese, alla vera storia del capitano Alessio Tarchetti, la cui «più grande vittoria fu una resa». Ornò a sue spese uno degli altari della cattedrale lasciandovi una targhetta votiva.
È la storia di un popolo che rivive nell’ironia concreta di Agostino, nell’arte teatrale di Carlo, cantastorie così famigliare da far sentire un po’ milanese anche chi non lo è. Perché lo spettacolo, ridendo e scherzando per davvero, va oltre la guglia più alta. Se è vero, come dice Saint-Exupéry, che «chiunque porta nel cuore una cattedrale da costruire, è già vincitore», lo spettacolo convince. E chi è tra il pubblico «ha fatto l’affare migliore».
A.U.F Costruire Cattedrali - Uno spettacolo Duomo
Con Carlo Pastori
Testi di Paolo Covassi, Luca Doninelli, Carlo Pastori
Adattamento teatrale e regia di Marta Martinelli
Teatro Rosetum 13-14 aprile
Per prenotazioni: www.rosetum.it