Il poeta argentino Hugo Mujica.

Esserci, esistere, ascoltare

L'editore Raffaelli porta in Italia la raccolta del poeta argentino, "E sempre dopo il vento". Poesie brevi e parole dense, che obbligano a pensare. Con un invito all'ascolto. Per essere protesi alla realtà, così che «l'anima diventi carne»
Flora Crescini

«Quando l’anima è ormai carne / quando si vive nudo, / tutto il fuori è la propria profondità, / da ogni altro / si ascolta il proprio battito»: così il poeta argentino Hugo Mujica giunge a descrivere il ritorno alla condizione originale dell’uomo. L’editore Raffaelli ha pubblicato la raccolta E sempre dopo il vento, permettendo di conoscere Mujica, ospite del Centro Culturale di Milano nel mese di ottobre.

Le sue sono poesie brevi, quasi vicine all’ermetismo di Ungaretti. Ogni parola, tuttavia, ha una densità che obbliga a pensare, a sfrondare i pensieri superflui, per lasciare spazio alle poche grandi cose: l’esserci, l’esistere, l’ascoltare. Se Aristotele ha definito l’uomo come «un animale che parla», Mujica con l’intuizione penetrante tipica dei veri poeti, sostiene che la funzione più originaria è quella del silenzio, perché prima di parlare, si ascolta. L’ascolto permette di essere protesi alla realtà, permette all’anima di essere carnale: «Quando l’anima entra all’interno / è che ancora non è l’anima / è che ancora non è di carne»: bastano tre versi per buttare all’aria tanta pedagogia e catechesi introspettiva e per focalizzare quale sia il lavoro su di sé: attenzione al reale che fa sì che l’anima diventi di carne. Infatti «conoscersi è una consegna, / non un sapersi, /, è slegarsi / e scoprire che non affondiamo, / che siamo sempre stati / sostenuti».

«Quando arriverò a essere vuoto, / chiuderò la porta e butterò / la chiave; / sì, / bisognerebbe buttarsi fuori / come un’offerta senza ritorno», perché alla fine, non ci sarà una fine, ma ci sarà una donazione.


Hugo Mujica
E sempre dopo il vento
Raffaelli Editore
pp. 128 - € 15