"Una famiglia perfetta" di Paolo Genovese.

La famiglia perfetta? Puoi affittarla, ma non basta

Leone è un uomo enigmatico e solo. Per il 25 dicembre ha deciso di chiamare una compagnia di attori a sostituire i parenti che non ha mai avuto. Tutto procede secondo copione, eppure a un certo punto la realtà irrompe nella finzione...
Luca Marcora

Da qualche anno il cinema italiano sembra aver ritrovato quella voglia di raccontare che lo aveva fatto grande durante la stagione della commedia all’italiana. Storie capaci di coinvolgere lo spettatore, di divertirlo senza scadere nella banalità di certi stereotipi televisivi e, allo stesso tempo, di lasciargli quell’amaro in bocca per farlo riflettere anche fuori dalla sala cinematografica. Ciò accade in Una famiglia perfetta, rivisitazione del film Familia (1996) dello spagnolo Fernando León de Aranoa.

Alla ormai retorica domanda: «Esiste la famiglia perfetta?», il regista Paolo Genovese risponde mettendo in scena una vicenda dai toni pirandelliani: «È la storia di questo uomo misterioso, enigmatico, Sergio Castellitto, che per la notte di Natale affitta una compagnia di attori per fargli da famiglia. Lo sappiamo tutti che la famiglia perfetta non esiste: è un’utopia, un qualcosa a cui tutti tendiamo. Il Natale è il momento più appropriato per parlare di famiglia, ma anche il più difficile. Tutti cercano in maniera anche un po’ ricattatoria di fare vedere che la famiglia deve essere perfetta, che bisogna sorridere ed essere felici a tutti i costi».

Ecco allora che gli attori si prodigano ad impersonare lo stereotipo della famiglia che dovrebbe corrispondere ai valori più autentici della tradizione: amore, unità, accoglienza, gratuità, responsabilità, capacità di dialogo con i figli, rispetto per gli anziani… Il tutto secondo un preciso copione scritto dallo stesso Leone, che così facendo vuole fare i conti con le grandi scelte fatte in passato che l’hanno reso un uomo solo. Eppure, nonostante tutto sia pianificato fin nel minimo dettaglio, perché la rappresentazione va in frantumi fin dalle prime battute?

La risposta è forse in una scena che potrebbe far storcere il naso a molti. Leone porta la famiglia alla messa di mezzanotte, ma poco prima della benedizione finale sale sull’altare per accusare pubblicamente i suoi familiari di non avergli fatto nessun regalo, come previsto dal suo copione. «Scusate tutti se approfitto del palcoscenico del Signore», dice interrompendo il sacerdote. Svuotata della sua vera ragion d’essere, anche la tradizionale messa di Natale rimane solo una mera rappresentazione, come la sua finta famiglia che, pur rispettando tutti i canoni di perfezione, ne è solamente il simulacro.

La finzione crolla subito perché non è in grado di rispondere alla nostalgia incolmabile del suo ideatore: nostalgia di quell’imprevisto che fin da subito Leone sembra buttare lì per gioco, aggiungendo provocatoriamente battute non previste dal copione per mettere alla prova i suoi attori. Nostalgia della realtà che ha nell’arrivo di Alicia (Neri), la cui auto in panne l’ha costretta a fermarsi presso quella casa, l’imprevisto più imprevedibile che stravolge un canovaccio pur così ben definito. E così, quando la realtà vera irrompe dentro la finzione, si svela la vera attesa di tutti i personaggi: l’attesa della realtà, che è sempre di più di qualsiasi valore e di qualsiasi tradizione, per quanto possano essere veri e buoni.

Una famiglia perfetta (IT 2012) di Paolo Genovese
con Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Carolina Crescentini, Marco Giallini, Ilaria Occhini, Eugenia Costantini, Eugenio Franceschini, Francesca Neri, Giacomo Nasta, Lorenzo Zurzolo
DVD Medusa