La «prova» del Sol Levante

Nelle sale il film di Martin Scorsese. Due gesuiti partono per il Giappone alla ricerca del loro maestro, che avrebbe abiurato... Il silenzio di Dio, i "cristiani nascosti" e «il più doloroso degli atti d’amore». In una pellicola attesa per vent'anni
Maurizio Crippa

L’immagine che padre Rodrigues contempla nelle sue preghiere, e che verso la fine si trasforma nel suo stesso volto riflesso, mentre beve l’acqua di un ruscello, è il Cristo coronato di spine di El Greco. Tutta la vita del cristiano, tanto più di un missionario gesuita, è l’Imitazione di Cristo fino al martirio.

Ma fino a quale grado di martirio? Forse fino al martirio di non sentirLo più parlare? Il “silenzio” di Dio nella persecuzione è la più grande prova per la fede. O è la smentita della fede, come crede il Potere, come credono altre religioni, come il buddismo, per le quali Dio non è che l’ineffabile Assente? Dio e la violenza, il tradimento e la redenzione sono i temi che da sempre lacerano i film di Martin Scorsese, che non a caso aspettava da vent’anni di girare il suo Silence, tratto dal romanzo storico dello scrittore cattolico giapponese Shusaku Endo. Tema attualissimo, il martirio e l’apostasia. Ma siamo nel Giappone del Seicento, dove da decenni la ragion di Stato e la protervia dei monaci buddisti provano a estirpare la Chiesa nata a metà del Cinquecento da Francesco Saverio.

Padre Rodrigues e padre Francisco arrivano clandestini alla ricerca di padre Ferreira, il loro antico maestro, di cui si sono perse le tracce durante la persecuzione (il riferimento storico è ai ventisei martiri di Nagasaki), ma si racconta che abbia ceduto all’apostasia e sia divenuto buddista e viva ora come un giapponese. L’apostasia di un missionario: sarebbe la più grande sconfitta per la fede. Fortunosamente sbarcati, i due padri incontrano invece, in miserabili villaggi costieri, quel che resta della Chiesa giapponese: i kakure kirishitan, i cristiani nascosti. La loro fede semplice e fortissima, la loro accoglienza, il loro coraggio nell’affrontare le persecuzioni e gli inauditi supplizi - a cui qualunque kirishitan che non rinneghi la fede viene sottoposto - sono l’alimento stesso per la fede vacillante dei due gesuiti: la prova della comunione indissolubile tra chi è venuto a portare la fede cristiana e chi l’ha conservata .

Ma ecco, è proprio questo il legame che la persecuzione vuole spezzare: bisogna costringere i preti a rinnegare, dimostrando così ai kakure kirishitan che la loro fede in Gesù è vana, falsa. Una cosa da calpestare, insignificante come l’immagine sacra messa lì, davanti ai piedi. Per padre Rodrigues, come prima fu per padre Ferreira, è il ricatto più orrendo: rinnega il tuo Dio, prete, e i tuoi fratelli non moriranno. La fede vacilla, Dio continua nel suo tremendo “silenzio”, tutto congiura a suggerire che non c’è motivo di voler permanere o convertire altri a una fede che provoca tanto martirio.

Basta calpestare l’immagine del volto di Gesù, compiere «il più doloroso degli atti d’amore». Oppure è proprio questo piede che si muove a meritare per sempre il silenzio di Dio?

Silence
di Martin Scorsese
con Andrew Garfield, Adam Driver, Liam Neeson