Da Brno si vede l'Europa

Fino al 28 maggio cinquanta eventi sul tema: "Unità nella diversità". Dalle antiche ferite alla Marcia della Riconciliazione. Con un ospite d'eccezione: Ján Figel', inviato dell'Unione europea per la promozione della libertà religiosa nel mondo
Eugenio Andreatta

Sono le 18 circa di sabato 20 maggio, dall’aeroporto arriviamo in taxi al centro di Brno, capoluogo della Moravia, nella Repubblica Ceca. La nostra guida, Zuzana, 29 anni, laureata in Storia dell’architettura, quasi si scusa. «Tutte le nostre macchine sono in giro per dare assistenza ai pellegrini». Di quale pellegrinaggio si parla appare evidente a un incrocio. «Eccoli, sono loro. Si può fermare qui, grazie». Attraversano la strada ordinatamente. In tutto, circa 400 persone di tutte le età, tantissimi giovani.

Così assieme ad Emilia Guarnieri, come delegazione del Meeting di Rimini, abbiamo il nostro primo incontro con uno degli ormai oltre quindici Meeting esteri nati spontaneamente su ispirazione della manifestazione riminese. Quello di Brno trova proprio nella Marcia della Riconciliazione la sua prima origine. Nata nel 2015 come memoria e desiderio di superamento di conflitti laceranti tra etnie diverse, ripercorre al contrario la via dolorosa dell’espulsione in una notte primaverile del 1945 di ventimila donne, vecchi e bambini tedeschi rimasti nella città prima della liberazione delle truppe sovietiche. Una marcia forzata, frutto dell'odio che era maturato nei secoli e che costò la vita a 1.700 persone. Questa marcia è un evento. Tocca evidentemente un punto delicato, una ferita non rimarginata di questa città dall’elegante skyline mitteleuropeo.

David Macek, Ján Figel', Emilia Guarnieri e don Gianluca Carlin

Il Museo Mendel, già convento agostiniano, è il punto di arrivo del pellegrinaggio. Qui l’abate Gregor pose le basi della genetica moderna. Ma è anche il luogo in cui il 31 maggio 1945 gli sventurati tedeschi furono raccolti per la marcia a tappe forzate. Il livello di ufficialità è massimo: il sindaco della città, l’ambasciatore austriaco, i nipoti di alcuni esiliati di allora commemorano la tragedia e spiegano perché è importante oggi percorrere lo stesso itinerario in senso inverso, da Pohořelice a Brno. Tanti in silenzio accendono un cero davanti a un monumento in pietra costruito nel cinquantenario dell’evento.

Ritroviamo lo stesso silenzio l'indomani, nella chiesa di San Giacomo. Il Vangelo del giorno, proclamato in ceco, parla di amore e consolazione dello Spirito, le letture sono in tedesco, tutta la liturgia è a due voci. Le parole che risuonano sono: riconciliazione, memoria, perdono, dialogo, accoglienza. Qui non suonano astratte, ma esercizi ancora difficili da compiere.

La marcia della Riconciliazione

Il Meeting di Brno invece riesce a compierli con creatività e leggerezza, intersecando in mille modi le tante anime di questa città. Oltre cinquanta eventi di musica classica e jazz, rassegne fotografiche e di fumetti, esposizioni di arte contemporanea, meeting studenteschi (siamo in una città universitaria) visite guidate, una corposa sezione dedicata alla Brno ebraica. La nostra guida, Zuzana, è emozionata perché per la prima volta storiche famiglie ebraiche disperse in vari angoli del mondo si incontreranno e sarà lei a guidarli nei luoghi delle loro origini.

Unità nella diversità” è il tema del 2017. E in questo Meeting a geometria variabile, con micro e macro incontri diffusi a ogni angolo, uno dei punti di unità è costituito dal tema dell’Europa. Nel pomeriggio partecipiamo al “Forum Europe: Inspiration for a New Europe”, nell’atmosfera raccolta del cortile interno della Moravská Galerie, museo che fu già sede del governo moravo. A parlare di cos’è e cosa può diventare l’Europa sono i rappresentanti di tre Meeting europei. Oltre alla Guarnieri, chi ci introduce è David Macek, vicepresidente e anima organizzativa del Meeting Brno, e l’altro relatore è don Gianluca Carlin, italiano di nascita, ma cittadino tedesco, che presiede il Meeting del Reno. Ospite d’onore, che vedremo anche a Rimini nella prossima estate, è Ján Figel' ľex presidente della Democrazia cristiana slovacca, ma soprattutto inviato speciale dell’Unione europea per la promozione della libertà di religione nel mondo.

Uno degli incontri del Meeting Brno

Perché partire proprio da Brno per parlare di Europa? «Dal bisogno di perdonarsi di antiche ferite tra cechi, tedeschi ed ebrei», racconta la Guarnieri, «sono nati rapporti reali tra persone e collaborazioni importanti con le istituzioni. Decine di famiglie ebree provenienti da tutto il mondo hanno partecipato al pellegrinaggio della Riconciliazione. In un contesto come questo è realistico parlare di Europa, perché l’Europa oggi non può rinascere come nostalgia di ciò che non c’è più, ma come passione alle nuove sfide che abbiamo di fronte». Una nuova Europa, diversa, ma non meno Europa. «Come al tempo di san Benedetto una nuova civiltà nacque sulle ceneri e sulle devastazioni, nell’incontro tra popoli diversi che un monaco ebbe il coraggio di abbracciare».

Un esempio è la storia stessa di don Gianluca, triestino di nascita, figlio e nipote di profughi istriani, che dalle finestre della sua casa vedeva il confine jugoslavo e ogni mattina sentiva alla radio il bilancio in vite umane di chi aveva provato ad attraversare la frontiera. Oggi si trova ad operare a Colonia, in un quartiere in cui sono presenti 127 nazionalità. «La mia identità», spiega don Gianluca, «la scopro solo nell’incontro con l’altro». E Figel’ torna sul titolo del prossimo Meeting riminese: «La libertà, la democrazia, la libera convivenza, i grandi valori europei oggi non sono più gratuiti, né autoevidenti. Ci vorrà una grande passione e altrettanto sacrificio per esercitare la memoria, ci vorrà una forte dose di responsabilità per riguadagnare questa eredità per noi e chi verrà dopo di noi».