La Chiesa: per tanti una "straniera"

Monsignor Massimo Camisasca ripercorre i primi incontri di Gesù. Da cui è nato tutto. «Lo scopo di questo piccolo libro è di far amare il corpo di Cristo», renderlo affascinante e famigliare anche all'uomo di oggi
Giorgio Paolucci

Come è possibile rendere la Chiesa, da tanti percepita come “straniera”, una realtà familiare e affascinante per l’uomo contemporaneo? Per ogni uomo, non solo per quanti si dicono credenti. L’estraneità che molti avvertono è legata alla incapacità dei cristiani di essere testimoni credibili del Vangelo, o piuttosto alla irriducibilità ultima di un messaggio che per sua natura non è omologabile ai criteri mondani?
Sono gli interrogativi da cui muove la riflessione di Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, che ripercorre - con il suo stile piano e coinvolgente - i tanti “momenti” che si situano all’origine della Chiesa, da quando l’Angelo rivela a Maria che sarebbe diventata protagonista di un evento inconcepibile per la mente umana, fino all’abbraccio a coloro che avevano lasciato tutto per seguire Gesù. Veniamo invitati a compiere una esperienza di immedesimazione con i protagonisti dei Vangeli e con quanti - dopo avere incontrato il fascino di una presenza irresistibile - hanno deciso di farne il fondamento e l’alimento della loro esistenza. «La Chiesa nasce stando con Gesù, dalla frequentazione assidua e sempre nuova della sua persona». Cristo insegna agli apostoli muovendo anzitutto da una condivisione dell’esperienza umana. Non lascia in eredità un trattato su come cambiare il mondo, chiede di essere seguito e imitato. «Come ho fatto io, fate anche voi», scrive Giovanni nel suo Vangelo.
Chi vive del fascino di un incontro diventa affascinante per quanti lo incontrano, capace di dare sapore all'esistenza. «Il cristiano, come sale del mondo, non è chiamato a costruire sulla terra un altro mondo, ma a rivelare il senso, il sapore di questo mondo», a testimoniare la positività dell’esistenza, a riscoprire la vocazione universale alla santità. Questo significa togliere i santi da quella nicchia lontana in cui spesso sono relegati, e scoprire che il santo, come ricorda l’autore citando don Giussani, non è l’uomo “aureolato”, lontano dall’esistenza, ma è l’uomo vero. Una Chiesa che sia sempre più credibile e attrattiva, una Chiesa di santi, è fatta da uomini che sono poveri perché non hanno niente da trattenere, ma tutto ricevono dal loro Signore, come insistentemente ripete papa Francesco.
«Lo scopo di questo piccolo libro», scrive l'autore, «è di far amare il corpo di Cristo. Non si può amare Cristo se non si ama la Chiesa». E solo se la Chiesa vive sempre più dell’essenziale e offre a tutti la possibilità di incontro con una umanità nuova, può essere percepita sempre meno “straniera” per l’uomo di oggi che, come in ogni tempo, cerca risposte alla sua sete.


Massimo Camisasca
La straniera. Meditazioni sulla Chiesa
San Paolo

pp. 120 - € 14