Elio Ciol. Foto di un'avventura

Tutti gli scatti del fotografo friulano sulla caritativa in Bassa, i raggi a Varigotti e le partenze dei giessini per il Brasile. Molti quelli inediti. Nel libro di Massimo Camisasca anche le testimonianze di Eugenia Scabini e Pigi Bernareggi
Paola Ronconi

Era un altro mondo: la camicia e la cravatta con cui giovani liceali in un cortile sterrato fanno giocare bambini in calzoncini corti fanno sorridere. Oggi, chiedere a un quindicenne di indossarli sarebbe come chiedergli la luna.

Ma oltre a fare sorridere, le immagini del libro firmato da Massimo Camisasca (oggi vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, ma giessino della prima ora) sulla Gioventù Studentesca degli inizi suscitano un sentimento di gratitudine, come quando si sfoglia un vecchio album di famiglia: molti parenti non si sono mai incrociati, eppure si sa che anche grazie a loro, noi siamo ciò che siamo oggi. Ecco, guardando le foto del libro, si è consapevoli di essere legati a quei volti (per la maggior parte sconosciuti) tramite un misterioso filo rosso, di far parte della gioia dei loro occhi, «di dipendere dalla storia particolare da cui è nato tutto ciò che va sotto il nome di Comunione e Liberazione», scrive don Julián Carrón nella prefazione. «Sento di dipendere da essa, nella concretezza storica di quei volti e di tutti i volti successivi, fino a quelli che hanno raggiunto me, giovane prete, nella Spagna degli anni Ottanta. C’è qualcosa di più effimero e fragile di un volto umano?», si chiede Carrón: «Eppure Dio si serve proprio di questo per farsi conoscere dall’uomo di ogni tempo. È il suo metodo».

Don Giussani celebra la messa a Subiaco © Elio Ciol

La caritativa nella Bassa milanese, Varigotti con la torre, la festa per la partenza dei primi per il Brasile, i ritiri di Subiaco… sono tutte immagini firmate Elio Ciol, che ebbe la ventura di accompagnare in quegli anni i giessini e don Giussani nei momenti che, grazie a queste foto, sono diventati caratteristici la storia del movimento. Ciol era totalmente ignaro di aver fotografato gli inizi di qualcosa di grande, come afferma lui stesso nel libro, anche se grandi riproduzioni sia di opere d’arte che di sue foto sono sempre state presenti nei “luoghi” dei giessini, alberghi delle vacanze comunitarie come saloni di ritrovo.

E se Camisasca ha avuto la fortuna di attingere a tutta la raccolta iconografica degli anni 1954-1965, in parte inedita, per questo suo elegante volume, interessanti sono i contributi testuali. Eugenia Scabini, oggi docente emerito di Psicologia all’Università Cattolica, e Pigi Bernareggi, da cinquant’anni sacerdote missionario in Brasile, raccontano cosa volle dire per loro incontrare “l’uragano” don Giussani sui banchi di scuola del liceo Berchet di Milano. Come cambiò loro la vita e la visione del mondo in quegli anni così densi.



«Mi sono sentita riconosciuta. Era come una seconda nascita. Si nasce davvero quando si è riconosciuti», scrive la Scabini focalizzando il momento, un giorno in cui don Giussani, facendo ascoltare in classe il Concerto per violino e orchestra di Beethoven, a un tratto commentò: «Il violino è come l’uomo solitario che esprime con il suo grido la ricerca disperata del significato del suo destino. Ma così da solo non ce la fa, ha bisogno di una comunità che lo accolga e solo insieme agli altri può proseguire l’avventura, in compagnia». «Questa sono io!», capì in quel momento: «Io sono come il violino alla ricerca disperata dell’infinito».

Per Pigi Bernareggi il momento della svolta fu nell’autunno 1955: «Quel Raggio fu per me il momento della scelta: stabilii che avrei fatto parte per sempre di quella compagnia. L’avvenimento della comunità cristiana aveva colto anche me, e per sempre. …Uscendo dalla sala mi cadde l’occhio su un quadretto appeso alla parete. Un saggio cinese col dito alzato sentenziava: “La misura di amare è amare senza misura”».

Prima della lunga serie di immagini, Camisasca ripercorre nel libro quella decina d’anni in cui ci sono già, in nuce, tutte le dimensioni che successivamente Comunione e Liberazione svilupperà: dall’insegnamento di don Giussani al Berchet ai Raggi, dai primi libri ai convegni; e poi la cultura, la carità, la missione e le prime vocazioni alla verginità: «Affascinati dalla vita di don Giussani», racconta Camisasca, «alcuni giovani che gli stanno vicino cominciano a interrogarsi sulle ipotesi di una dedizione totale a Cristo. Vogliono vivere come vedono vivere lui». Attraverso di lui, avevano incontrato Cristo, un Dio incarnato e vivente.


Massimo Camisasca
"L'avventura di Gioventù Studentesca. Fotografie di Elio Ciol"
Prefazione di Julián Carrón
Electa, pp. 160, € 24,9