Il pensiero sorgivo di Giussani

In un libro gli atti del Convegno della facoltà teologica di Lugano su "Il percorso teologico e l'apertura ecumenica di Giussani". «Una sorpresa per chi ha partecipato. E un punto di partenza per le future ricerche», come ha detto il rettore René Roux
Maurizio Balestra

Sono freschi di stampa gli Atti del Convegno Internazionale Luigi Giussani - Il percorso teologico e l’apertura ecumenica (11-13 dicembre 2017), organizzato in occasione del 25° di fondazione della facoltà Teologica di Lugano.

Nella prefazione agli Atti, il rettore René Roux ricostruisce la genesi del convegno, non punto di arrivo, ma di partenza per tutte le future ricerche. Un convegno che ha voluto andare oltre un Giussani visto solo come un grande educatore, per cogliere, con il rigore dell’analisi scientifica, la profondità del suo pensiero – un pensiero “sorgivo”, come lo ebbe a definire il cardinale Scola - filosofico, teologico, esegetico, in cui si radica la sua azione educativa.

Osserva Roux: «Al di là dei contenuti, il convegno si è rivelato un avvenimento significativo per gli stessi partecipanti. Il fatto di prendere conoscenza delle dimensioni del pensiero di Giussani ha favorito un clima di discussione e di riflessione teologica, coinvolgendo favorevolmente molti dei presenti: alcuni colleghi, che sono a Lugano dall’inizio della facoltà, mi hanno detto che è sembrato loro di respirare di nuovo il clima creativo delle origini. Gli stessi “ciellini” che hanno preso parte ai lavori sono stati meravigliati di scoprire dimensioni e profondità del pensiero di Giussani a loro ancora ignote».

Il volume raccoglie in poco meno di cinquecento pagine gli interventi in forma completa, cui si aggiungono alcuni ulteriori contributi.
Percorrendo il testo, colpisce innanzitutto il grande rilievo della parte antropologica, non a caso posta all’inizio (dopo un ampio prologo di contestualizzazione storico-ecclesiale), come a fondamento di tutto il resto. Al centro delle analisi la categoria del “senso religioso”, e l’idea di ragione come strutturale apertura al Mistero, le categorie di “avvenimento” e di “incontro”, la questione del rapporto tra Giussani e il pensiero di Kant, una sorta di sfida epocale e come sappiamo di grande attualità. Tutto ciò mostra la puntuale conoscenza e il dialogo critico di Giussani con le correnti del pensiero moderno e contemporaneo.

La parte riservata alle fonti impressiona per la vastità e molteplicità dei riferimenti filosofici e teologici, dallo studio del teologo protestante americano Reinhold Niebuhr, cui Giussani dedica la tesi dottorale in Teologia, alla centrale importanza di John Henry Newman, che fin dagli studi di Teologia legge nel testo originale inglese. Compilando quaderni di citazioni, note e commenti. Un posto di particolare rilievo riveste Henri De Lubac, i cui scritti Giussani probabilmente comincia a conoscere già in seminario, come pure la figura di Romano Guardini.

Guardando alla formazione di Giussani, sorprende l’apertura di Venegono nei confronti di autori e correnti teologiche (anche al di là dell’orizzonte cattolico), che incontravano chiusure e sospetti di Modernismo in certi ambienti delle facoltà romane.

Ricca di preziosa e toccante documentazione, la parte dedicata ai grandi incontri, che diventano grandi amicizie nella comunione di fede: Hans Urs von Balthasar, Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger, Eugenio Corecco. L’amicizia con Corecco oltre ad essere all’origine del movimento di Comunione e Liberazione in Svizzera, influisce profondamente sulla sua concezione ecclesiale e del Diritto canonico.

La sezione dedicata all’ecumenismo riserva importanti scoperte: dalle traduzioni di Giussani in arabo, al rapporto tra Giussani e l’Ortodossia, alla lettura fortemente sintonica del suo pensiero da parte del teologo anglicano John Milbank.

Non si possono poi non leggere con vivo interesse le pagine dedicate alla preoccupazione educativa: il suo modo originale di leggere le Scritture, di porre la liturgia come fondamento di un’attitudine educativa, di leggere grandi poeti e letterati. Ma anche lo studio della biblioteca di Giussani e la gestione del sito web dei suoi scritti rivelano aspetti molto significativi.

L’epilogo di Julián Carrón Il cammino al vero è un’esperienza: l’eredità di don Giussani, ripercorrendo i punti chiave dell’esperienza di Giussani, offre un acuto sguardo di sintesi, che aiuta a collocare e collegare i tanti aspetti esplorati.
La pubblicazione degli Atti è certamente rivolta agli specialisti, che possono fruire di un rigoroso apparato scientifico, ma non solo a loro. C’è un filo conduttore d’oro che permette una fruttuosa lettura anche a chi specialista non è, magari cominciando proprio dall’epilogo.