Il palco del Cmc in Piazza Beccaria a Milano

Milano. Il Cmc di nuovo in piazza

Torna il festival "Andiamo al largo" promosso dal Centro culturale. Dal 12 al 14 giugno incontri, concerti e recital per «conoscere e abbracciare» le esperienze che rendono viva la città
Davide Grammatica

Una festa nel cuore di Milano. Proprio in centro, in piazza Beccaria, adiacente a Largo Corsia del Servi, che ospita da qualche anno la sede del Centro culturale di Milano. Ed è qui che, per la prima volta l’anno scorso, il Centro aveva promosso “Andiamo al largo”, festival di "cultura e incontro", definito dall’arcivescovo Mario Delpini: «Un’esperienza da condividere con tutti. Come offerta per la vita buona di ciascuno, in piazza».

La tre giorni si ripeterà anche quest’anno, dal 12 al 14 giugno, non solo per il successo della passata edizione, ma anche per la ricchezza della vita del Centro culturale che, alla fine di una stagione, esonda per le strade della città. «Che vita è la vostra se non avete vita in comune», tratto da Cori da «la Rocca» di T. S. Eliot, è il titolo di quest’anno, scelto, come spiega Camillo Fornasieri, direttore del Centro, per due motivi: «Per una domanda cruciale per la convivenza, che si esprime in quello che è la città, l’incrocio di un tutto, storia, persone e culture. E per un desiderio, quello di conoscere e abbracciare tutte quelle esperienze e quelle persone senza le quali non starebbe in piedi la nostra casa, questa Milano sempre in movimento».

Milano, in effetti, è una città che più di altre mostra come, per generare vita comune, serva mettersi in gioco, rischiare se stessi. Per questo, continua il Direttore, «pensiamo che la vita in comune sia innanzitutto una rivoluzione personale, che la prima vita in comune sia con noi stessi, quel desiderio e bisogno di significato che caratterizza ciascuno». In qualche modo ci deve essere qualcosa che lega il Premio Nobel per la chimica Giulio Natta all’architetto Achille Castiglioni, Leonardo Da Vinci a Gio Ponti, fino ad arrivare, se si vuole, a Giorgio Armani. Vite che generano vita, vita che genera comunità.



Saranno tre giorni di scoperta, convivenza, musica, arte e riflessioni. Ci si confronterà, per esempio, con la figura del presidente ceco Vaclav Havel, a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, leggendo le sue lettere dal carcere del regime comunista. Michael Zantovsky, un suo ambasciatore, sarà presente a raccontare la sua storia (12 giugno, ore 18). Non c’è Milano senza economia, e si conoscerà quindi Gael Giraud, economista francese, che parla del modello dell’Economia di comunità, un’ipotesi per uscire dal paradigma tecnocratico prevalente nella maggioranza dei Paesi sviluppati (14 giugno, ore 18).

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Un momento sarà dedicato a Mauro-Giuseppe Lepori, abate generale dell’ordine dei cistercensi, dal titolo “C’è una strada dentro il cuore degli altri. San Benedetto”, che dialogherà col giornalista Mattia Ferraresi sul tema della carità (13 giugno, ore 19).
Saranno poi raccontate le esperienze della Fondazione Maddalena Grassi, che si occupa di cura dei malati nelle case dei milanesi. Quelle dei giovani che scelgono di partecipare alle iniziative missionarie del Pime (12 giugno, ore 18). Poi, il racconto del “Welfare al Quartiere Corvetto”, con la testimonianza delle Suore di Carità dell’Assunzione, o del lavoro dello psicologo Simone Feder con i giovani delle strutture di recupero (14 giugno, ore 18.30).

Ancora, ci sarà Arianna Scommegna che leggerà i testi di Havel, Matteo Bonanni che proporrà un recital da Cori da «la Rocca», serate dedicate a Fabrizio De Andrè e Enzo Jannacci. E molto altro. «Vogliamo testimoniare la gioia che il cristianesimo e la fede vissuta generano nella nostra città e in noi stessi», conclude Fornasieri: «O conosciamo l’origine di questa vita che ci circonda, o essa diventerà solo organizzazione. E si perderà. Ripartiamo dalla sovrabbondanza di questo stupore, che speriamo si manifesti in questi giorni».

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