“Vecchio bonefrano”, Tony Vaccaro

Meeting. Tony Vaccaro, testimone dell'umano

La mostra sul fotografo italo americano nasce in un ristorante di un paesino abruzzese. Da lì la curiosità di scoprire e incontrare di persona uno dei protagonisti del fotogiornalismo del Novecento che, a 96 anni, per amicizia, sarà a Rimini
Paola Bergamini

Tutto è iniziato durante un pranzo di alcuni universitari in un ristorante in un paesino in provincia di Chieti. A un certo punto, guardando la parete di fronte uno di loro esclama: «Guardate quella foto!». Sotto lo scatto in bianco e nero ambientato nel dopoguerra la didascalia: “Vecchio bonefrano”. Quello che colpisce è il sorriso e lo sguardo di quell’uomo. Scatta la curiosità. Scoprono che l’autore è Tony Vaccaro, famoso fotografo originario di Bonefro, vissuto in America che aveva partecipato allo sbarco in Normandia. E scoprono che quel tratto di umanità che li aveva colpiti è rintracciabile in altre sue foto. Nasce l’idea di fare una mostra. Lavorano sulle fotografie di Vaccaro e sul testo di don Giussani Senso di Dio e dell’uomo moderno. Nel 2015 a inaugurare la mostra “Ri-scatti di una vita” nel foyer del polo didattico della facoltà di Lettere dell’università di Chieti, c’è proprio il grande fotografo, arrivato direttamente dall’America. Che dopo l’incontro con i ragazzi dice: «Ho pianto di commozione perché mi sono sentito guardato e compreso».

Quei ragazzi si sono laureati, si soni sposati e per lavoro sono andati in città diverse. «Ma quell’esperienza aveva segnato la nostra vita. Ci aveva fatto diventare più amici. E nel cuore c’era l’idea di poter comunicare quella Bellezza che avevamo incontrato», racconta Mirko Iezzi, uno dei curatori. Così quest’anno hanno proposto al Meeting di Rimini di fare una nuova mostra su Tony Vaccaro. «Un lavoro nuovo non solo perché, rispetto all’esposizione di Chieti, ci sono nuove fotografie, ma soprattutto perché siamo cambiati noi».
La mostra è composta da 52 foto correlata di scritti dello stesso Vaccaro. Si parte dalla vita del fotografo italo-americano. Nato nel 1922 da genitori molisani emigrati in America, all’età di due anni torna in Italia con la famiglia. La sua infanzia la trascorre a Bonefro a casa degli zii perché, purtroppo, a poca distanza l’uno dall’altro perde entrambi i genitori. Sono anni fondamentali per lui perché, non capendo la lingua, «iniziai a leggere i sentimenti dei miei parenti osservando i loro comportamenti. Questa capacità l’ho poi trasportata nella fotografia e invece di scattare foto in posa come facevano gli altri, io catturavo i sentimenti dei miei soggetti».

Tony Vaccaro guarda le sue immagini dello sbarco in Normandia

È una capacità di sguardo sulla realtà che coglie il positivo pur nel dramma. Come si vede negli scatti fatti durante la Seconda Guerra mondiale. Nel 1943, infatti, Vaccaro viene richiamato in America e arruolato come soldato semplice. Nel 1944 partecipa allo sbarco in Normandia. Non è un fotografo di guerra, ma ottiene il permesso di portare la macchina fotografica. «Muovevo l’obbiettivo sul dramma della guerra per cogliere e comunicare come l’orrore, l’assurdità, possano trasformarsi in possibilità di vita nuova e far venire fuori prospettive umane diverse».

Dopo la guerra, Vaccaro intraprende un lungo viaggio attraverso l’Europa arrivando fino a Bonefro, la sua terra. Sono gli anni della ricostruzione. Ogni scatto di vita quotidiana coglie la rinascita dell’umano. La voglia di ricominciare. Come nel “girotondo di bambini a Cortina”. «Guardandoli ho capito che il Paradiso in terra era ancora possibile».
Sono gli anni in cui comincia a collaborare con Life, Look e Flair fotografando personaggi importanti del secolo scorso tra cui Nasser, Sofia Loren, Federico Fellini, Peggy Guggenheim. Anche in questi casi non gli basta fare uno scatto “bello”. Cerca qualcosa che va oltre. «Prima di fotografare un personaggio cerco di conoscerlo per capire chi è e per far emergere la sua umanità». Esattamente come il vecchio di Bonefro.

Per il rapporto d’amicizia mai interrotto con i “ragazzi” di Chieti e per quello appena nato con Alessandra Vitez, responsabile delle mostre al Meeting, Tony Vaccaro, a 96 anni, riattraversa l’oceano per essere a Rimini dove domenica 18 agosto terrà l’incontro “Uno sguardo che cattura l’umano”.