Claudio Chieffo (©Archivio Chieffo)

Claudio Chieffo. Tanti amici per cui cantare

A quindici anni dalla morte, Rai5 dedica una puntata di "Nessun dorma" al cantautore forlivese, che andrà in onda l'11 luglio. «A poco a poco, negli anni, ho visto intrecciarsi la fede, la musica e la vita»
Walter Gatti

Un giovanissimo Chieffo in divisa militare che canta La Gilera nella Firenze sconquassata dall’alluvione del 1966, insieme ad un coro di amici-commilitoni. Claudio in concerto con Francesco Guccini, ricordando il loro primo “sconclusionato” incontro all'Osteria delle Dame a Bologna. Ed ancora, Claudio che dice: «Dopo quarant’anni di canzoni, con tanti amici che mi dicono “dai, riposati”, io invece spero di morire cantando: vorrei avere sempre degli amici per cui cantare, una macchina per viaggiare e una casa dove tornare».

Queste sono solo alcune delle gemme nascoste nella puntata dedicata a Claudio Chieffo di Nessun dorma, programma di Massimo Bernardini, in onda l’11 luglio alle 21.10 su Rai5. L'occasione del programma è offerta dall'uscita di Chieffo-Charity Tribute, progetto discografico realizzato da Benedetto (figlio del cantautore) con la partecipazione di tanti artisti in un’alternanza di nomi altisonanti (Paolo Fresu, Van De Sfroos, Giovanni Lindo Ferretti, Giorgio Conte) e giovani di alta qualità (Giua, Lombroso...).

La trasmissione affronta e racconta la produzione musicale di Chieffo, che anche un critico musicale tra i più affermati, Michele Monina, descrive come «un repertorio importante che ha attraversato diverse generazioni, dagli anni Sessanta ad oggi, ora dovrebbe essere riconosciuto e celebrato, anche musicalmente per la sua cifra molto riconoscibile ed originale».
Nella serata scorrono le parole chiave ed i valori della storia artistica di Claudio - società, amore, ricerca, appartenenza, fede, ironia - raccontate dagli ospiti Giua (emozionante in Amare Ancora), Gioele Dix (appassionato nel suo racconto di fatti e persone, e di cui si ascolta qualche frammento dell’interpretazione di Canzone degli occhi e del cuore), Santoianni (che canta Sulla collina), inframmezzate dalle interpretazioni accompagnate dall’ottimo duo dei fratelli Cavalazzi (violino e violoncello, tra la classica e il country). C'è un Luca Carboni autobiografico, che s’immerge nei suoi ricordi giovanili, raccontando della messa beat della fine degli anni Sessanta ed approda alla sua voglia di interpretare una “canzone liturgica” come Io non sono degno. Bellissimo l’intervento di Ambrogio Sparagna, che racconta della sua giovinezza da scout e del bisogno di «canzoni e melodie popolari». Tante anche le immagini di repertorio, tratte dal documentario Una finestra sul mistero (2017), con interpretazioni di Chieffo in luoghi e tempi diversi, anche quelle di fronte a san Giovanni Paolo II.

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Una trasmissione calda, affettuosa, dinamica, ricca di musica, di ricordi non banali, di commenti importanti sulla qualità della produzione musicale del musicista di Forlì, troppo spesso “dimenticato” in quella lettura del cantautorato degli anni Settanta governata dalla connessione tra musica e messaggio politico. Il tutto si conclude con una lunga confessione di Claudio: «Non so per quale motivo a un illetterato musicale come me è capitato di far canzoni e di vedere a poco a poco negli anni intrecciarsi la fede, la musica e la vita».