Visitatori a una delle mostre dell'edizione 2022 (foto Archivio Meeting).

Meeting di Rimini. Le mostre 2023

Da Burri all'energia, dai giovani al lavoro, dal monastero di Azer a Péguy. Alessandra Vitez ci introduce alle proposte di quest'anno. «In ognuna c'è un pezzo di vita che porta a riscoprire la forza generativa dell’amicizia»
Paola Ronconi

Ci siamo. Ormai è tempo di avvicinarci al Meeting di Rimini e scoprire cosa proporrà quest’anno, a partire dalle mostre. Come un fil rouge, il titolo dell’edizione - L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile - passerà attraverso pannelli e video nei saloni della Fiera, alla scoperta di vite, temi, ricerche e testimonianze. «Si vedrà che l’uomo desidera sempre l’amicizia e che l’accorgersi che è un dono lo toglie dalla solitudine e lo apre a un bisogno infinito che può essere abbracciato», suggerisce Alessandra Vitez, responsabile delle mostre. Negli scorsi mesi, «ogni proposta ha acceso qualcosa in noi, ci ha provocato al punto tale da ritenerla decisiva. Percorsi artistici in cui la bellezza piena di attrattiva ci rimanda a un “oltre” che si lascia conoscere; testimoni che vivendo intensamente il reale hanno incontrato amici o si sono fatti loro stessi compagni di tanti cammini umani; amicizie operative che si sfidano nell’affrontare il lavoro, la ricerca scientifica, le relazioni quotidiane fino a mettersi a guardare - per imparare - le domande più brucianti dei giovani. In ogni mostra c’è un pezzo di esperienza e di vita, che invita a scoprire e riscoprire il significato profondo e la forza generativa dell’amicizia».

Partiamo dall’arte. Giovani italiani under 35 hanno redatto un Manifesto culturale del Cambiamento, dove emergono 50 parole-chiave selezionate, significative per il mondo di oggi. Le loro riflessioni su tali vocaboli hanno incontrato altrettanti protagonisti dell’arte italiana delle generazioni più mature (Isgrò, Pistoletto, Cattelan, Paladino, Ceroli, Jodice, per dirne alcuni) che hanno creato opere inedite che verranno esposte a Rimini in La forma delle parole. Secondo il pensiero dell’ideatore della mostra, il cantautore Giovanni Caccamo (la curatrice è Micol Forti, Musei vaticani), le parole sono semi che producono frutti e costruiscono legami, alleanze.
Poi ci sarà una mostra sull’opera di Alberto Burri, l’artista della “materia”, di cui Ungaretti disse: «Non è solo il pittore maggiore d’oggi, ma è anche la principale causa d’invidia per me: è d’oggi il primo poeta». A Rimini sarà presente una grande tela di iuta, oltre sette metri per nove, che Burri realizzò come scenografia teatrale di uno spettacolo su un’opera di Ignazio Silone, L’avventura di un povero cristiano. Due video ci racconteranno la vita e la produzione artistica di Burri, accompagnati da foto e da una sua serie grafica dell’artista.

Da solo non basto, un’esposizione che fa eco a domande, attese e desideri dei giovani di oggi. Attraverso realtà come Kayros (la casa di accoglienza per ragazzi di don Claudio Burgio), Portofranco (l’aiuto allo studio con molte sedi in Italia) e la scuola professionale Piazza dei Mestieri, sarà possibile mettersi in ascolto dei giovani, entrare nelle loro vite e scoprire difficoltà e meraviglie di un mondo poco compreso dagli adulti e che ha un rapporto faticoso, spesso drammatico e pieno di ferite, con la realtà da affrontare. Per la mostra, Daniele Mencarelli ha scritto tre storie di ragazzi a partire da “libertà”, “educazione”, “amicizia”.

L’annuale appuntamento scientifico quest’anno è dedicato all’energia. Cosa è? Quali forme ha? Come l’uomo, fin dagli inizi della storia, la usa, la trasforma, la accumula? E il futuro? Lo spazio espositivo curato da Euresis e Camplus - D’essa natura infinite spetie - prevede anche una arena con incontri quotidiani. E ancora, sui temi dell’ambiente ci sarà Cum tucte, mostra (a cura di Fondazione Lombardia per l’Ambiente) che prende il via dal Cantico delle Creature di san Francesco e si focalizza sul tema della sostenibilità (ma non solo), per guardare al creato come a uno spazio sacro, da custodire e curare.

Ci aiutano a entrare nel mondo del lavoro due mostre. Il gusto del quotidiano (a cura di Cdo Agroalimentare) recupera l’opera dei monasteri del IV secolo che, nell’Europa dell’Impero romano al tramonto, furono la spina dorsale della rinascita economica, culturale e sociale. Oggi dove troviamo tanta forza generativa? Attraverso quattro sezioni si verrà accompagnati in un viaggio, non solo nel tempo, alla ricerca di ciò che possa ridare dignità a una delle dimensioni centrali dell’uomo. Poi l’esposizione: Un compito nel mondo. Chi lavora o cerca lavoro oggi, cosa chiede? Che cosa mette in gioco? Un tuffo nell’universo professionale, dove si possono trovare bagliori ed eccellenze, ma anche grandi solitudini; dove emerge il bisogno profondo del lavoratore, ma in cui le condizioni contrattuali non devono diventare tutto. Dalla Cooperativa del Rione Sanità di Napoli a Pizzaut, da Trenord a Danone, attraverso un percorso di video.

Resurgence. Vivere e ripensare la città: un itinerario che mette a tema il luogo privilegiato per le relazioni umane. Ma perché abbia davvero questa funzione, deve essere messo al centro l’uomo, la singola persona e la sua creatività. Ed ecco che spazi ed edifici possono essere ripensati di conseguenza, per tentare la rigenerazione della vita in comune. Anche qui alcuni video mostreranno esperienze di interventi urbani, mentre la presenza dei curatori permetterà un confronto con lo spettatore.

Non mancherà la grande letteratura: per i 150 anni dalla sua nascita, una mostra sarà dedicata a Charles Péguy. «Dobbiamo subire il dolore di vedere mondi interi, umanità intere vivere e prosperare dopo Gesù. Senza Gesù», diceva commentando il “cambiamento d’epoca” che la Francia del suo tempo stava vivendo, l’espandersi della scristianizzazione a favore di una cultura del progresso che avrebbe a poco a poco smantellato l’esperienza di popolo e la tradizione cattolica. Nella mostra dal titolo La grande inquietudine il visitatore scoprirà i temi cari a Péguy, attraverso grandi installazioni a forma di quaderni (i suoi Cahiers) dove le domande e i problemi che pose allora troveranno corrispondenza nell’oggi.
A un altro autore noto al Meeting verrà dedicata Le prove della storia, il lievito della vita: a 40 anni dalla prima pubblicazione di Il cavallo rosso, l’attualità di questo testo e del suo autore, Eugenio Corti, è innegabile. Lo spazio espositivo farà conoscere l’ambiente in cui Corti nacque e crebbe, la genesi e i contenuti del libro (anche grazie a oggetti storici) con rimandi alla sua esperienza in Russia. Oltre a letture di testi e canti di cori alpini.

La straordinaria vicenda di un gruppo di monache trappiste che aderirono alla proposta dell’abate generale dell’ordine di dare vita a un monastero di clausura in Siria - terra percorsa da Pietro e Paolo dove nei primi secoli dell’età cristiana era nata l’esperienza monastica - è l’oggetto della mostra Azer, l’impronta di Dio. Video, interviste, foto e testi porteranno, attraverso vari ambienti, alla scoperta di un luogo di fede e amicizia che ha poi dovuto affrontare una guerra dalle conseguenze ancora disastrose e il terremoto dello scorso febbraio.

Al Meeting, conosceremo la vita di José Gregorio Hernández Cisneros, medico, accademico e religioso che nel Venezuela rurale della fine del XIX secolo fu una figura luminosa per la fede (è stato beatificato nel 2021). Racconti e testimonianze ci racconteranno Il medico del popolo, un uomo a tutto tondo.

In Fiera a Rimini sarà possibile anche andare in alta quota, grazie a La compagnia della cima. Per comprendere la fatica del camminare che, dietro a una guida, porta alla meraviglia per una bellezza struggente.
Al Meeting sarà presente la figura di santa Teresa di Lisieux attraverso 30 grandi immagini che percorrono la vita che il rapporto con Gesù ha fatto esplodere in lei. Mostra che ha ricevuto il patrocinio dell’Unesco per i 150 anni dalla nascita della Santa.
In ultimo, Giovanni Guareschi ci prenderà per mano, per raccontarci l’avventura umana dei suoi personaggi più famosi: Don Camillo e Peppone.