Uno studente alla prova orale della maturità.

MATURITÀ Una grande occasione chiamata "tesina"

Sul web si possono scaricare già fatte, e tanti professori, tra scetticismo e indifferenza, vi danno sempre meno importanza: ma i lavori di approfondimento con cui ci si presenta all'esame sono solo un dovere?
Gianni Mereghetti

Il colloquio dell'esame di Stato è quanto di più equivoco sia stato immaginato per valutare gli studenti: può essere la fiera dei luoghi comuni, può essere un'occasione per dialogare sull'umano, su come si possano aprire gli orizzonti del conoscere. Che sia una pagliacciata o che sia invece un'esperienza, dipende da insegnanti e studenti. Sono loro a fare la differenza! Sono rimasto colpito da come gli studenti con cui ho condiviso questi anni si siano preparati al colloquio. Hanno preso sul serio quella che in gergo si chiama "tesina", l'approfondimento proposto da loro e da cui inizia il colloquio. Su questo negli ultimi anni si è visto di tutto: ci sono siti internet da cui si possono scaricare "tesine" già fatte, passaparola che portano a ripetere gli stessi argomenti con una monotonia irritante. In questo modo la "tesina" è stata svuotata di significato, ed è diventata un dovere da cui nessuno si aspetta qualcosa; tant'è che vi sono commissioni che tendono a limitarne il tempo di esposizione e a non considerarla nella valutazione finale.
Gli studenti con cui sono stato in questi anni, sia come insegnante sia come amico, non hanno accettato questa logica aberrante, ma hanno deciso di fare della "tesina" un'occasione per parlare di sé. Ognuno di loro è partito da qualcosa che gli interessa, da una questione culturale che gli urge: dallo studio dell'istante a un progetto architettonico su cui si è imbattuto durante l'anno, dalla curiosità per il tipo di scrittura che imponeva l'uso della macchina da scrivere e per la differenza che emerge nel confronto con la video-scrittura, al fascino che ha esercitato su di lui il racconto di tanti adulti sugli anni 60, fino al senso di incompiutezza che caratterizza il vivere e da cui viene un modo più intenso di leggere la letteratura. Ognuno di questi ragazzi è partito da qualcosa di sé, non da un argomento astratto, ma da qualcosa che è a tema nella vita, e lo ha affrontato con il suo portato umano e culturale. Così le "tesine" sono diventate un lavoro affascinante, in cui ogni studente ha fatto un percorso valorizzando tutte le sue conoscenze. Ognuno si è impegnato a fare una sintesi di quello che ha imparato, a trarre ciò che vale dall'insieme di cose che la scuola gli ha dato. Questo modo di affrontare la "tesina" ha avuto una ricaduta su tutto lo studio di queste ultime settimane. È stato impressionante vedere come questi studenti abbiano incominciato a guardare ciò che dovevano studiare con occhio sintetico e critico: è il modo migliore per prepararsi all'esame.
Il colloquio è una grande occasione per rendere ragione del lavoro fatto, per raccontarlo testimoniando che la cultura è un'avventura umana dal fascino travolgente. E se ci saranno insegnanti che si lasceranno colpire da questa desiderio per un lavoro migliore, e ancor di più se ci saranno burocrati scettici e indifferenti, aver preparato l'esame come occasione per sé lo fa vivere con un gusto che niente o nessuno può togliere.