I risultati degli esami di maturità.

Maturità: cosa stiamo valutando?

«Questo tipo di esame è fuori luogo». Un insegnante parla della prova di Stato: «Si accettano solo nozioni». Invece il bello non è saper ripetere a memoria, «ma cogliere cosa c'entri una conoscenza con la propria umanità»

Esami di stato alla fine del percorso delle scuole superiori, e più li si fanno più risulta evidente che non c'entrano nulla con la vita reale della scuola. È fuori luogo questo tipo di esami, di fatto non valuta quello che dovrebbero valutare. Gli esami di fine corso che cosa dovrebbero valutare? Se uno studente o una studentessa sono capaci di sintetizzare quanto hanno imparato e di rielaborarlo criticamente. Questo è il bello di un esame di stato. Invece che cosa si verifica? Quello che è già stato verificato durante l'anno. Si verifica se uno studente conosce quello che l'insegnante ha spiegato, se lo sa ripetere come gli è stato insegnato, se è capace di fare il verso di quanto appreso.

Un lavoro noioso e del tutto inutile, la maturità non è saper ripetere. È invece cogliere cosa c'entri una conoscenza con la propria umanità, documentare come sia cresciuta l'affezione al proprio io imparando la matematica, avvertire la bellezza della realtà leggendo una poesia. Questo dovrebbe essere messo al centro degli esami di stato. E basterebbero alcuni cambiamenti per farlo, come ritornare al vecchio tema che non imbriglia lo studente nel taglia e incolla del saggio breve e dell'articolo di giornale, o come impostare il colloquio solo sulla "tesina" così che uno studente sia chiamato a mettere in gioco i suoi interessi e la sua genialità. La terza prova poi è unicamente una prova da eliminare perché non fa parte della vita normale della scuola. Valutare insieme tante discipline che senso ha? È solo ritornare al vecchio nozionismo. Quand'anche fosse una prova Invalsi non cambierebbero le cose: si tratterebbe solo di una prova che verifica la conoscenza di nozioni. A che pro?

Questo è lo stato dell'arte di un esame fallimentare, un esame ormai alla corda. A salvarlo sono rimasti gli insegnanti che lo vivono come occasione per incontrare l'umano degli studenti e delle studentesse. Questi sono gli insegnanti che di fronte ad un sistema che crolla testimoniano che uno spazio si può sempre aprire per cogliere un valore in quello che si fa, anche quando la minaccia è altissima. Infatti, quando si tratta di scuola e di conoscenza si può gustare ogni atto che le riguarda, perché è l'umano a sussultare dentro l'avventura educativa. Così, il bello di un esame di stato irreale è che si può guardare in faccia uno studente che presenta la sua tesina e non vivere quel momento come atto dovuto, ma come affascinante possibilità di imparare dalla sua umanità. Allora, ogni momento dell'esame può essere gustato fino in fondo.
Gianni, Abbiategrasso