Ashik al lavoro

Ashik e il "pieno" di felicità

Arriva dal Kerala, in India, e fa il benzinaio tra Milano e Abbiategrasso. E ai clienti oggi parla del nuovo gruppo di amici che frequenta da qualche tempo, tra cene e caritativa. Tutto per quel ragazzo, Francesco, e per un invito a casa sua...
Massimo Piciotti

Fa il benzinaio sulla strada che da Milano porta verso Vigevano, lungo il Naviglio. Ashik ha 23 anni ed è originario del Kerala, uno Stato dell'India sud-occidentale che si allunga sulla costa del Mare d'Arabia per quasi seicento chilometri. A Goa, nel 1542, sbarcò san Francesco Saverio, nel corso del suo viaggio missionario verso la Cina; e così, nella piccola isola da cui Ashik proviene, la popolazione è quasi interamente cristiana. Un altro "caso" davvero strano se si pensa che in India i cristiani sono meno dell'1% della popolazione. Sua sorella è suora domenicana e vive in Italia, in una comunità dalle parti di Amalfi. È qualche anno che Ashik è lontano da casa, inizialmente in Nuova Zelanda e, poi, in giro per l'Europa, prima di trovare, grazie a suo padre che conosce il titolare - anche lui indiano -, un lavoro in una pompa di benzina.

Francesco, invece, è di Abbiategrasso. È di CL e lavora in una azienda agricola. E spesso va a fare il pieno da Ashik, di strada tra casa e lavoro. Sempre lì, da quel ragazzo sorridente nonostante qualche volta gli abbia fatto riaprire la cassa ormai chiusa per un timbro sulla carta carburante. E lui mai una piega, mentre Francesco a volte gli butta lì due parole che ha imparato dai suoi operai indiani. Così, per rompere il ghiaccio.

A febbraio, durante la giornata di raccolta del Banco Farmaceutico

Il legame con Francesco cresce in fretta: Ashik capisce poco l'italiano e lo parla ancora meno, ma lui lo invita a casa sua e comincia a presentargli i suoi amici. Nei giorni successivi Alberto, Claudio, Simone e molti altri amici di Francesco cominciano a fermarsi da lui per fare benzina. Nasce una amicizia semplice ma sincera, fatta di cene insieme, partite a calcetto, serate comunitarie, visite agli amici e, dopo un po', di partecipazione alla Scuola di comunità. Una amicizia che cambia la vita di Ashik e non solo la sua. È così che intorno a quell’anonima pompa di benzina cominciano ad accadere fatti piccoli ma straordinari.

Prima di essere rilevata dal datore di lavoro di Ashik, la stazione di servizio era di una famiglia della zona e la signora Anna, che ne era la proprietaria insieme al marito, ancora adesso passa la mattinata lavorandoci e aiutando Ashik. Fin dai primi tempi del suo arrivo in Italia, lo ha un po’ "adottato", ospitandolo spesso a casa sua.

Un mattino Alberto si ferma a fare benzina e Anna gli racconta la difficoltà della figlia Laura nel trovare lavoro. Proprio quel giorno Giulia, un’altra amica della comunità di Abbiategrasso, ha aperto una ricerca per la sua azienda sulla newsletter della caritativa “AAA Lavoro”, un gruppo di persone che aiuta i disoccupati a cercare un impiego: così - guarda un po', ancora il "caso" - Laura, dopo una settimana, viene assunta e comincia a lavorare con Giulia.

Un giorno Laura è particolarmente triste e confida il suo stato d'animo ad Ashik e lui nel suo italiano ancora claudicante le risponde: «Domenica vai a Messa e troverai le risposte che cerchi». Laura, da tempo lontana dalla Chiesa, lo ascolta e comincia così pure per lei, anche grazie a Giulia, un cammino con i nuovi amici di Ashik.

Con gli amici di Abbiategrasso per un partitella a basket

Un camionista, incuriosito dal vedere un giovane indiano lavorare in una pompa di benzina su una statale della Bassa, mentre fa rifornimento gli chiede: «Ma tu sei qui in Italia da solo?», la risposta imprevedibile di Ashik è: «No, non sono da solo. Io sono di CL Abbiategrasso». La reazione del camionista è immaginabile... Una mattina si ferma un ragazzo per il pieno e Ashik comincia a fargli domande: «Hai una ragazza?». «Sì». «E vivete insieme?». «No, andremo a vivere insieme solo dopo che ci siamo sposati». E Ashik di botto, come ritrovando dei tratti già visti: «Ma non è che sei di CL anche tu?». Ebbene, anche Stefano, quel ragazzo, è del movimento. E alla Giornata di inizio anno di Comunione e Liberazione, al Forum di Assago a fine settembre, lui e Ashik sono andati insieme...

Un giorno Francesco deve portare il pacco del Banco di solidarietà alla famiglia che segue da tempo. Il suo "socio" abituale non può accompagnarlo e così chiede ad Ashik di andare con lui. Portano quel pacco la sera, in una casa in cui il capofamiglia è ai domiciliari e proprio quel mattino aveva fatto il suo primo giorno di lavoro, dopo mesi da disoccupato. Ashik non dice una parola, mentre l'uomo non fa altro che lamentarsi della fatica, dei compagni di lavoro, della paga misera. Fuori dalla casa Francesco è un po' preoccupato del silenzio di Ashik. Avrebbe voluto fargli vedere qualcosa di bello, e invece… Ma Ashik lo spiazza: «È stata la cosa più bella che abbia mai visto. In India non abbiamo mai fatto nulla di simile. Capitava che facessimo la carità a qualcuno, ma si portavano le cose e basta, poi si andava via. Tu invece sei entrato in casa sua, gli hai chiesto come stava, se aveva trovato lavoro, se le cose che c'erano nel pacco della settimana prima erano buone e gli erano piaciute. Io voglio portare ancora il pacco con te».

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A gennaio Ashik è tornato a casa in India, in vacanza per un mese, dopo tre anni di lontananza. Accolto dalla sua famiglia e dai suoi amici. Tornato in Italia, ha detto a Francesco: «Quando sono andato via di casa, tre anni fa, l'ho fatto per scappare. Non volevo fare il lavoro che mi aveva preparato mio padre, non volevo stare lì. Sono scappato anche dalla Nuova Zelanda. Ma qui ho incontrato questo "gruppo" e ho imparato a non scappare. Sono tornato a casa e ho visto mio padre che piangeva quando sono arrivato e tutto era diverso. Grazie a voi ho capito che sono indiano fino in fondo e che è giusto che, prima o poi, torni a casa. Ma voi mi verrete a trovare, vero?».