Stati Uniti. In cammino dietro la Croce
In molte parti del mondo, le comunità di CL hanno proposto il gesto della Via Crucis per le strade delle loro città. Qui, alcune lettere tra le tante arrivate dagli UsaQuest’anno è stata la mia seconda Via Crucis con la comunità di CL qui ad Atlanta. Una cosa che mi ha colpito, in particolare, è stata la bellezza della giornata. C’era il sole, e 24 gradi, con una leggera brezza. Gli studenti giocavano a frisbee e a spikeball nel campus universitario. Ma il nostro Salvatore, maestro, sposo, sarebbe morto quel giorno. Non potevo fare a meno di riandare con la mente a quel giorno di duemila anni fa. Cristo che percorreva la via al Calvario. Era una bella giornata? Un giorno normale con la gente che andava per i fatti suoi? La gente passava davanti al nostro Cristo con la stessa noncuranza con cui oggi questi studenti guardano e passano oltre? O si fermavano e capivano chi era quell’uomo? Mentre camminavamo lungo la Freshman Hill, una donna stava correndo. Appena ci ha visto arrivare all’orizzonte, portando la croce di legno di un metro e mezzo, è caduta in ginocchio. Ci ha guardato in ginocchio finché non siamo passati tutti e quaranta, poi si è alzata e ha continuato la sua corsa. Questa donna si è ricordata di Cristo. Lo ha visto attraverso di noi, attraverso questa comunità. CL mi ha mostrato come Cristo, nella sua Passione e resurrezione, dimora in me. Mi ha mostrato come Cristo può toccare i cuori di coloro che si trovano in questo campus attraverso questa comunità, attraverso il nostro ricordo della Sua passione in una bella giornata.
Kayla, Atlanta
Guardo le mie foto e subito mi ricordo del silenzio che regnava, del silenzio che abbiamo osservato e del silenzio che il gesto ha portato a coloro che hanno visto la Sua croce. E penso al silenzio che anche Lui deve aver vissuto.
Jackie, Kansas City
In un campus che normalmente è pieno del viavai degli studenti all’ora di pranzo, abbiamo camminato in silenzio seguendo la Croce di legno. Mi sono trovata al posto delle donne che seguivano Cristo lungo il cammino, accompagnandolo piene di dolore. A volte, un passante si fermava a guardare cosa stavamo facendo, e persino a pregare con noi per qualche istante – forse anch’essi erano colpiti da questa intrusione della presenza di Cristo nella loro vita.
Vanessa, Università di Notre Dame
«Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum» (permetti che il mio cuore si infiammi nell’amore per Cristo Dio) sono le parole dello Stabat Mater che mi hanno accompagnato nel lavoro di preparazione della Via Crucis nel centro di Chicago per il Venerdì Santo di quest’anno. Un’offerta che ha dato spazio al riconoscimento che il tempo e lo spazio appartengono veramente e gratamente a Lui, e in essi Lui entra attraverso un semplice “sì”. Non posso fare a meno di pensare al dono di potermi prendere ogni tanto del tempo libero per dedicarmi a determinate incombenze per la Via Crucis, pur all’interno delle tante scadenze di lavoro; o alla bellezza della cena che alcuni di noi hanno condiviso con il vescovo Mark e alcuni altri sacerdoti dell’Arcidiocesi con cui è iniziata una nuova amicizia. Grazie all’abbraccio e al coinvolgimento paterno del Vescovo, quest’anno abbiamo sperimentato con particolare forza l’esperienza di vivere la memoria della Sua passione camminando in silenzio, cantando, pregando e seguendo la Sua croce accanto al personale e ai volontari dell’organizzazione “Kolbe House Jail Ministry” che si sono uniti a noi con gli ex detenuti, con monsignor Roman e altri cattolici della comunità ucraina, o con Parris, un rappresentante dell’ufficio dello sceriffo del carcere della contea di Cook, per citarne alcuni. Dentro la nostra povertà, sono ricolmo di meraviglia e gratitudine per ogni semplice “sì” di molti, che ha contraddistinto ogni aspetto, piccolo o grande che fosse. Un “sì” a Te, o Cristo, che emerge umilmente e sorprendentemente anche da sotto gli strati di distrazione e dimenticanza quotidiana. Come hanno raccontato alcuni amici: «Dove l’uomo moderno è assorto in affari ordinari in un normale venerdì mattina, lì cammina un gruppo di gente strana che segue in silenzio una croce di legno spoglia, cantando canti di secoli fa, ascoltando le letture del Vangelo. Il Mistero della Passione del Signore incontra ancora una volta l’indifferenza e il disprezzo dell’uomo, a volte la curiosità, o raramente maldestri gesti di deferenza dei passanti, proprio come accadde duemila anni fa. Come sarebbe assurdo ricordare un evento avvenuto in un passato così remoto… se non fosse per la certezza della Resurrezione. Se non fosse per l’annuncio che Cristo è morto e risorto per me, per te e per tutti. Se non fosse per la promessa che Lui viene a redimere il nostro male, la nostra morte, il nostro peccato, e alla fine viene a mendicare il nostro cuore, il cuore dell’uomo che, quasi annegato nei rumori della città, di fatto, desidera irriducibilmente solo Lui».
Benjo, Chicago
«Ma mi aiuterai a portare la croce?». La mattina, prima della nostra Via Crucis, mio figlio Xavier di quattro anni continuava a pormi seriamente questa domanda. Ogni volta che me lo chiedeva rispondevo un po’ distrattamente che sì, sarebbe stato aiutato. Era più facile tranquillizzarlo così che spiegargli che era troppo piccolo per portare la croce e che avrebbe semplicemente camminato e pregato come tutti noi. Finalmente, già tutti infagottati contro il freddo e il vento, siamo arrivati alla partenza. A essere onesti, mi ero quasi dimenticata del desiderio di Xavier di portare la croce. Avevamo già fatto le prime tre stazioni e stavamo per ripartire quando ho alzato lo sguardo e ho visto il piccolo Xavier portare la croce con il suo papà. Sono rimasta davvero commossa. Mentre a me andava bene essere una spettatrice, Xavier non era soddisfatto se non poteva coinvolgersi personalmente in questo gesto. Qualcosa si è risvegliato in me e mi è stato ricordato che sotto le macerie della mia distrazione e stanchezza anch’io voglio essere una protagonista. Per Xavier, quei passi che ha fatto portando il peso della croce sono stati la sua preghiera e il suo modo di amare Gesù.
Steph, Crosby
La comunità di CL di Rochester (con le comunità vicine di Cortland, Auburn e Houghton) ha ripercorso la Passione di Nostro Signore camminando in silenzio per cinque chilometri, fermandosi alle stazioni (per lo più aree abbandonate e parcheggi) lungo il percorso. Eravamo una trentina. Mentre passavamo, le persone uscivano dalle case o suonavano il clacson delle auto. Un uomo ha fermato la nostra processione fuori da San Michele per chiedere perché, se Gesù è risorto dai morti, lo portiamo ancora sulla croce? Padre Peter ha spiegato che vogliamo fare memoria di quanto ci ama e di ciò che ha fatto per noi. Abbiamo invitato quell’uomo a unirsi a noi per l’ultima stazione all’interno di San Michele. Dopo essere rimasto a pregare con noi ha detto: «È bello essere invitati».
Rita, Rochester
Mentre mi recavo in macchina alla Via Crucis, mi chiedevo: «Perché facciamo questa Via Crucis in mezzo alla città? La gente ci guarderà come un altro gruppo di fanatici religiosi? Qual è lo scopo di tutto questo?». Sopraffatta da queste domande, sono arrivata, scombussolata, al Boston Common dove mio marito, che cantava nel coro, mi ha lasciato le mie due figlie, Teresa (tre anni e mezzo) e Mary (un anno e mezzo). Mary voleva solo scendere dal passeggino per gironzolare, mentre Teresa correva già dappertutto. È iniziata la Via Crucis e la mia situazione non è migliorata. Anzi, è degenerata; Teresa non voleva ascoltare, e appena trascuravo Maria lei si metteva a strillare. Ero pronta a prendere armi e bagagli e tornare a casa. Ma c’era una tensione nel mio cuore che mi tratteneva e mi sussurrava “resta qui”. In quel momento, padre Luis, sentendo Maria che strillava, si è avvicinato al passeggino e ha cominciato a spiegare a Maria – sussurrandole all’orecchio – cosa stava accadendo nella Prima Stazione. Maria si è calmata. Nello stesso istante ho visto Paolo, un compagno di classe di Teresa, e ho invitato Teresa a stare con lui. Lei si è messa vicina a lui e si è calmata. Sono rimasta senza parole vedendo come ero accompagnata. Ho sentito una tenerezza verso di me e, essendo accompagnata, ero pronta ad accompagnare Lui. In quel momento ho capito che faccio la Via Crucis prima di tutto per me stessa, perché ho bisogno di seguirLo. E questo non sarebbe possibile (letteralmente!) senza una compagnia cristiana. Qualcuno si chiederà chi siamo, qualcuno si allontanerà, altri ci ignoreranno completamente, ma anche se speriamo che questo gesto risvegli una domanda in alcune persone (ho sentito una ragazza che diceva: “Mi ero dimenticata che era Pasqua”), questo gesto è prima di tutto per me, per la mia conversione. Una conversione che deve accadere in ogni istante.
Laura, Boston