Tracce N.11, Dicembre 2003
Natale, «la benedizione per tutte le forme del creato»Leggi
In una conversazione ospitata in questo numero di Tracce, Pietro Citati, noto
critico letterario e intellettuale di punta del più laico dei quotidiani
italiani, dice di provare una nuova forte attrazione per il cattolicesimo. Ora
che ha appena pubblicato un libro sulle grandi religioni, dice di trovare in
espressioni popolari cattoliche, come il presepe, una cosa unica: «La benedizione
per tutte le forme del creato». Questo senso di positività nel guardare
a tutto è, infatti, il cuore dell’avvenimento cristiano. Una positività che
entra nella storia con il Natale. Citati non è un povero pastore, né una
vecchina devota. È un colto intellettuale. Eppure il suo sguardo di fronte
al fatto descritto dal Presepe è lo stesso che ebbero i primi uomini semplici
accorsi a Betlemme.
Qualcosa di unico è accaduto, qualcosa che cambia di segno il mondo. Per
quella nascita, la vita non appare più un susseguirsi di vicende che conducono «il
tanto affaticar», come si disperava Leopardi, a un «abisso orrido,
immenso, ov’ei precipitando, il tutto obblia» (Canto notturno di
un pastore errante dell’Asia). L’orizzonte della vita, con i suoi
amori e i suoi dolori, non è più dominato dal nulla in cui sembra
precipitare ogni destino. Dalla riva di quel mare sconosciuto, dal Mistero potente
e tremendo che pesa su ogni vicenda, si è mosso verso di noi un punto,
un vascello. Qualcosa di unico è accaduto.
Come ha testimoniato il ritrovarsi di un popolo, colpito dai fatti di Nassiriya,
intorno ai segni e ai gesti della fede, c’è in molti - anche se
confusamente - la percezione che senza la speranza cristiana la vita si svuota
di senso. Non in se stesso, non da solo l’uomo trova la forza e la ragione
per guardare la vita, per come essa è, fragile e contraddittoria, senza
subire il dominio del nulla. C’è bisogno sempre, ogni giorno di
qualcosa che ci liberi dal male, dal primo male che è ritenere la vita
una corsa difficile e inutile. Nessuna costruzione civile, nessuno sforzo di
miglioramento può reggere se è fondato su una coscienza arresa
alla vanità dell’esistere. Il Natale è perciò l’evento
che fonda anche la possibilità di una vita civile segnata dalla costruttività e
dall’accoglienza.
Il bambino che nasce da Maria è il punto in cui la vita degli uomini trova
la propria riscossa dal nulla. È un punto umano, una presenza, che oggi
rivive nel mistero della Chiesa e nella testimonianza di tanti. Non è una
conquista filosofica né un traguardo etico per persone che si sentono
a posto. È ancora Citati a darcene conto con lucida intelligenza: «La
riduzione della religione a etica è una vera catastrofe. All’origine
del cristianesimo ci sono i ladroni, c’è un delitto, altro che etica.
Il cristianesimo è un avvenimento religioso, ma questa cosa oggi non la
dice quasi più nessuno».
Il cristianesimo è una giovane donna «per lo cui caldo» è nato
un bambino: che una cosa così semplice porti il significato del mondo è un
fatto che possono riconoscere solo i semplici di cuore, quelli che hanno davvero
fame e sete della vita.