Tracce N.2, Febbraio 2016

Oggi, per te
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Che contributo possiamo dare noi cristiani al mondo così travagliato di oggi? Perché il travaglio è sotto gli occhi di tutti, e nelle vite di tutti. In tanti modi. Prende le forme di quello che accade sui grandi scenari: il terrorismo, la «guerra mondiale combattuta a pezzi», le lacerazioni su punti fondanti della società come la famiglia. O del peso che spesso avvertiamo nelle vicende personali, nelle fatiche di tutti i giorni vissute a casa, al lavoro, nello studio, che in certi momenti ci sembrano soffocanti. Tolgono l’aria e tagliano il respiro.
Così, tante volte ci capita di pensare che la realtà - soprattutto quando si fa aspra - non sia fatta per noi, non abbia dentro nulla di buono per noi. Sentiamo dentro un desiderio di felicità che non si spegne, una ferita aperta, un buco che ci spinge a cercare sempre altro - perché l’uomo, come diceva Pavese, «in ogni piacere finito cerca un infinito» -, ma non troviamo nulla che lo riempia davvero, fino in fondo. E allora finiamo per credere che anche il nostro cuore sia destinato al nulla. Esisterà pure «un punto di arrivo» di questo desiderio, per usare l’immagine di Franz Kafka, «ma non c’è una strada».

Come risponde il cristianesimo a questo nulla? Come aiuta me e quindi il mondo, perché non c’è aiuto che possiamo dare ai nostri fratelli uomini che non passi dal nostro “io”? Con un’analisi più acuta della situazione, qualche iniziativa in più? O altro?
È la domanda che fa da fil rouge di questo Tracce. E la svolgiamo seguendo la strada segnata da don Giussani, il fondatore di CL, scomparso nel febbraio del 2005. Nel giornale trovate qualche elemento per conoscere di più lui e la realtà che ne è nata (e che, grazie a Dio, è viva e vivace ovunque, tra i banchi delle scuole italiane come nel cuore di New York). Nel dvd che alleghiamo, in omaggio, c’è molto di più. Si intitola Riconoscere Cristo, è una lezione tenuta nel 1994 agli studenti universitari ed è uno dei momenti più acuti di una vita spesa tutta per annunciare a migliaia di giovani che una strada c’è: è Cristo, presente qui e ora, come duemila anni fa. «Non fu ieri, è oggi, per te, qualsiasi posizione tu abbia», dice in quella lezione. Un fatto, presente. Non una collezione di idee o di precetti, ma un volto da riconoscere. Dove e come? Nella realtà, nelle vite cambiate di chi Lo segue.

Ecco, a chi ci legge - da anni o per la prima volta - non abbiamo altro da proporre che quel volto. E la vita che nasce quando si tiene lo sguardo fisso su di Lui. Una vita che interpella, scuote, produce un urto nel profondo. In una parola, commuove. Perché non è “un’altra cosa da fare”, ma «un modo sovversivo e sorprendente di vivere le solite cose», come disse una volta lo stesso don Giussani. Una pienezza che fa respirare sempre, vivere ovunque, affrontare con letizia qualsiasi situazione.
Lo si vede nelle testimonianze che leggerete più avanti; si tratti di un capitano della Marina americana o di una suora in missione a Bangkok, di una ragazza di Kampala o di un intellettuale che arriva da un mondo lontano dal cristianesimo, ma a cui accade di imbattersi in una realtà inattesa, e di accusarne in qualche modo il colpo. E lo si vede ancora di più davanti a quel video. Guardandolo, capirete perché. Buona lettura. E buona visione.