Tracce n.2, Febbraio 2022

Cento volte tanto
Leggi

«Cristo si è imbattuto nella mia vita, la mia vita si è imbattuta in Cristo proprio perché io imparassi a capire come Egli sia il punto nevralgico di tutto, di tutta la mia vita. È la vita della mia vita, Cristo. In Lui si assomma tutto quello che io vorrei, tutto quello che io cerco, tutto quello che io sacrifico, tutto quello che in me si evolve per amore delle persone con cui mi ha messo».

Questo numero vuole accompagnare l’inizio del Centenario di don Luigi Giussani (1922-2005). È lui a descrivere, con le parole appena citate, l’affetto che ha sostenuto tutta la sua vita. Che ha commosso la sua ragione fin da ragazzo, gli ha invaso il cuore nel salire i gradini del Liceo Berchet, perché quei giovani potessero imparare un metodo con cui giudicare tutto ed essere liberi. 
E ha plasmato la sua ossessione – «non vivere inutilmente» – in una fecondità per tutti. In un impeto di vita, che in lui non fu forza di volontà o temperamento, ma soddisfazione.

«Non c’è struttura né organizzazione o iniziative che tengano», diceva; la sola cosa in grado di cambiare l’uomo e il mondo è «una vita diversa e nuova». 
E dalla coscienza del dono che aveva investito la sua, si è svolta una storia grande, complessa, piena di limiti e di bellezza, fino ai posti più lontani, secondo strade imprevedibili: una storia così non “sua” che, come disse nel 1987, lo riempiva di «uno stupore più grande ancora dello stesso inizio». Cento volte tanto.

Per questo la sua proposta sfida la vita, perché ognuno può sottoporla alla verifica del centuplo promesso da Cristo. È un invito incessante a partire dall’esperienza. Nulla poteva distoglierlo dal recuperare il cristianesimo nella sua natura di avvenimento, presente, e degno dell’attesa infallibile del cuore. «In un mondo frammentato», in cui «si danno risposte prima ancora di fare le domande, lui ritorna alla domanda», come dice il Nunzio negli Stati Uniti Christophe Pierre nel dialogo che apre la rivista. L’insistenza di Giussani a non separare la ragione dall’esperienza, il senso della vita dall’esistenza concreta, impatta alla radice il nostro tempo che crede a tutto e a niente.

Ogni ideale è giudicato senza sconti dal passare degli anni, si svilisce o si avvera confrontandosi con ciascuna situazione storica. Quello vissuto da Giussani o vive nel presente o non è. Allora, come quella «vita diversa e nuova» è esperienza oggi? Lo abbiamo chiesto a chi lo ha incontrato, nei modi più diversi, anche senza averlo mai conosciuto di persona. Lungo quest’anno documenteremo, sul giornale e su clonline.org, quello che accadrà, attraverso le testimonianze e i contributi di tutti. 
Per questo vogliamo riproporre le domande con cui Julián Carrón, agli ultimi Esercizi della Fraternità di CL, ci ha invitato a guardare al Centenario: «Non ci interessa tale celebrazione, se non per un motivo essenziale: testimoniare ciò che lui ha generato in noi. Cosa c’entra don Giussani con le tante sfide che dobbiamo affrontare? Cosa genera, oggi, la sua paternità?».