Tracce N.3, Marzo 2002

Il rinnovarsi dell'origine della questione
Leggi

La lettera del Papa alla Fraternità di Cl in occasione del ventesimo del riconoscimento pontificio è un documento ricco di indicazioni per il movimento e per la Chiesa.
La lettera con cui don Giussani, in seguito, si è rivolto alla Fraternità ne coglie il valore: è «il gesto più decisivo della nostra storia… La Madonna ci urge a collaborare alla grandezza del piano di Dio di salvezza per tutti i fratelli uomini».
Questo numero di
Tracce è ampiamente dedicato a questo avvenimento e ai commenti che esso ha suscitato anche in campo laico, oltre che ecclesiale. È un numero speciale. Speciale anche per il saluto che don Giussani ha rivolto al Consiglio nazionale di Cl, che sabato 2 marzo aveva a tema proprio queste cose, e che pubblichiamo qui di seguito. Un editoriale speciale per un numero speciale.

Vi ringrazio perché mi date la possibilità di sottolineare, di ridire, di ripetere, di riprendere la responsabilità che ho e che il Mistero stesso sempre dà di fronte a una cosa, questa: che Cristo è un’altra cosa da tutto e così pone la differenza che non si direbbe possibile.
Cristo è la novità del mondo, è l’inizio della fine del mondo, è il dimostrarsi, il mostrarsi, la dimostrazione di una faccia, del perché supremo, di una forza vittoriosa sul mondo.
Quando penso che un uomo, un giovane, un individuo, non può sposare una donna se non per amore di Cristo - mi pare di avere già detto questa frase: se non per l’amore di Cristo -, quando si dice questo si sente tutta l’immensità - immensità vuol dire non commensurabile -, l’incommensurabilità di un punto di vista, che è “il” punto di vista, ma anche il punto di rinascita, di nascita della rinascita.
Non possiamo essere amici, non possiamo essere amici se non per questo, se non per Cristo, al quale dobbiamo - questo si comprende - innanzitutto confidare ciò che siamo, ciò che le nostre cose sono, ciò che le nostre cose non sono.
Aiutiamoci ad alzarci al mattino senza che nulla ci definisca più grandemente di quanto ci definisce l’occhio di Cristo.