Tracce N.6, Giugno 1997

Libertà, libertà...
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Dieu seul est grand, mes frères! «Dio solo è grande, fratelli miei!». Il celebre oratore religioso Massillon aprì con queste parole il discorso funebre per Luigi XIV. La morte del sovrano francese che amava farsi chiamare "Re Sole" fu l'indice di un'epoca in cui la ragione aveva preteso di occupare tutto lo spazio dell'intervento di Dio sull'uomo. Per questo le parole di Massillon esprimono la coscienza dell'uomo quando non è oscurato dalla presunzione di fondare in se stesso la propria misura e la legge ultima del reale per i "sudditi".
Richiamando la grande paternità di Dio come legge, cioè come fondamento e fisionomia dell'autentico volto umano e del suo dinamismo di vita, la Chiesa di fatto lotta perché gli uomini non siano mai piegati a considerare fonte della propria dignità - e della propria libertà - ciò che il potere di altri uomini fissa o concede.

Questo è realismo. Da qui nasce la passione per la libertà che anima i cattolici ben consapevoli e rende la loro presenza e la loro opera barriera contro ogni sopraffazione: compresa quella più subdola e odiosa che si configura quando lo Stato tende a fare coincidere con se stesso il valore sociale e lo scopo della convivenza umana. Una simile sopraffazione è una delle estreme conseguenze del misconoscimento, se non della ribellione moderna a Dio, rivelatosi all'uomo nel giovane ebreo Gesù di Nazareth.
In questi anni il valore della libertà è stato tanto celebrato quanto frainteso e frequentemente conculcato. Bisogna riscoprirne il significato ontologico, prima ancora che etico, cioè cogliere la realtà da cui scaturisce la libertà, prima ancora che definire i comportamenti - individuali e collettivi - conseguenti.

La Chiesa, segno sacramentale della presenza di Cristo, deve, per il bene del popolo, proseguire nel tempo il gesto di Gesù. Che non è stato quello di fissare norme e regolamenti "cristiani" accanto ai mille altri codici etici - nel vano tentativo di resistere alla pressione del "mondo" -, ma quello di mostrare il volto misericordioso del Padre e la positività con cui la Sua energia investe, trasformandolo dalla radice, tutto il reale. A cominciare dall'io di ciascun uomo, nel quale tutto il mondo diventa cosciente di sé. Da questo l'etica cristiana trae le sue leggi, con chiarezza e sostegno per la debolezza dell'uomo.

C'è una necessità di ritornare a quell'umanità, attraverso cui si rivela il Mistero in Gesù, in fondo alle molte questioni che si impongono quotidianamente alla nostra attenzione: dalla battaglia per la libertà di educazione alla riforma della giustizia, dal problema del lavoro a quello dell'unità del popolo e di una collaborazione tra persone seriamente impegnate anche su posizioni ideali, culturali e religiose diverse. Riscoprire la libertà è condizione per la costruzione di una migliore umanità: non pretesa né imposta con la forza di un potere (o di una legge), tanto più oppressivo quanto falsamente democratico.