Tracce N.6, Giugno 2017

Un'amicizia sociale
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Il primo capitolo de La bellezza disarmata, il libro di Julián Carrón (appena uscito anche nella versione inglese, dopo spagnolo e portoghese), si chiude con delle parole che erano state dette tre anni fa, a proposito della situazione europea: «Il nostro desiderio è che l’Europa diventi uno spazio di libertà per l’incontro tra i ricercatori della verità. Per questo vale la pena impegnarsi». Poteva sembrare un appello un po’ generico, quasi un’esortazione morale. La verità è che se ne sta vedendo sempre più la necessità e la concretezza. Non solo nel Vecchio Continente.
La crisi che stiamo vivendo, le certezze antiche che si sgretolano, rendono ancora più acuto il bisogno di spazi aperti, dove «si possa difendere la tua libertà, che è la mia», come diceva la giornalista catalana Pilar Rahola proprio in una delle presentazioni più belle di quel libro: spazi in cui ognuno possa dare il suo contributo, proporre una concezione, testimoniare un modo di vivere che aiuti ad affrontare i problemi.
Si fa una fatica enorme a vivere, ovunque e a qualsiasi livello: dalla politica alla società, alla vita quotidiana. Ma se c’è un vantaggio di questa situazione è che questo bisogno rende tutti meno presuntuosi, e più disponibili a cercare. A mettere veramente in comune la propria esperienza e pescare ogni granello di vero che c’è in quella altrui, secondo quella definizione di dialogo, così concreta, che diede una volta don Giussani: non «dialettica, scontro più o meno lucido di idee e di misure mentali», ma un «mutuo comunicare noi stessi. L’accento non è sulle idee, ma sulla persona, come tale, sulla libertà. È vita, di cui le idee sono una parte».

Abbiamo un grande bisogno di questo dialogo e di questa libertà. E lo si vede anche in posti dove queste parole, prima, sembravano impossibili. Cuba, per esempio. Un nome che per decenni è stato sinonimo di “muro contro muro”. E dove adesso, come potete leggere nel “Primo piano” (che prende spunto dalla presentazione avvenuta all’Avana della biografia di don Giussani), si scorgono segnali di un reciproco disgelo, si vedono primi tentativi di quell’«amicizia sociale» che aveva invocato papa Francesco nella sua visita di due anni fa. Oppure in Egitto, dove un altro viaggio del Papa ha appena segnato una tappa storica nel rapporto con l’islam. Ma anche l’intervista a Juan José Cadenas, scienziato e agnostico, è in sé un bellissimo esempio di che cosa sia questo «mutuo comunicare se stessi». È decisivo, per fare un pezzo di strada insieme.

In fondo, è la stessa necessità richiamata dal documento di CL sulle prossime elezioni amministrative in Italia, e che trovate sul sito del movimento (clonline.org): «Quello di cui oggi c’è più urgenza è di soggetti che possano - nel piccolo o nel grande - incontrarsi, dialogare e fare delle proposte credibili». Spazi di libertà e di incontro, per chi vuole cercare il vero. E costruire partendo da lì.