Tracce N.7, Luglio/Agosto 2005

Il Meeting della libertà
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Forse quest’anno c’è una ragione in più per andare al Meeting di Rimini di fine agosto. Chi ne sarà protagonista costruendolo, chi lo visiterà e tutti coloro che dicono di amare la libertà, saranno sfidati dal titolo scelto dagli organizzatori: “La libertà è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini”. Per un’intera settimana la frase dal Don Chisciotte di Cervantes metterà in gioco la possibilità di allargare e di approfondire il senso vero della esperienza della libertà e del suo dono. Non come amano fare i mezzi filosofi o certi opinionisti, che ne parlano spesso a vanvera. O come è capitato a un certo leader politico, che, all’indomani del referendum sulla legge 40, se ne è uscito con questo sorprendente commento: «La coscienza del Paese è più avanzata di quanto si legge nel referendum. È più moderna, è più laica, è più civile». Aveva scommesso tutta la propria autorevolezza sulla vittoria del sì. Non essendo riuscito a convincere il popolo a seguirlo, ora giudica la coscienza del 75% degli elettori meno “laica, moderna e civile”, e quindi meno “avanzata”, di quella élite che va sotto il nome di “coscienza del Paese”. Che cosa giustifica questa profonda sfiducia nella libertà delle persone di scegliere e di scegliere ciò che è giusto? Libertà, ecco il punto. C’è una domanda che come filo rosso attraversa e lega molti fatti del mondo (il problema della democrazia, l’unità europea, le guerre, il destino della famiglia, l’educazione e il lavoro, etc.). E che attraversa e lega le tante confusioni personali e pubbliche in cui viviamo. È una questione a cui ciascuno dà, comunque, una sua personalissima risposta: che cos’è la libertà? O, più precisamente: che cosa pensi e che cosa fai per essere libero?
Nella vita civile e privata si continua a parlare della libertà come di un diritto e di una conquista. E ciò è vero. Infatti è la cosa più cara: per essa si lotta e si lotterà sempre. Però nel suo nome si avallano anche tante confusioni e pretese, che rendono tutti solo più schiavi dell’onda dominante.

Della libertà si può fare esperienza, e quindi parlarne, solo attraverso l’incontro con uomini liberi. Si comincia a capirne la natura imbattendosi in persone che si portano il suo aggettivo - libero - stampato nello sguardo e nel cuore. Lo ha detto il più grande amante della libertà comparso sulla faccia della Terra: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». E la verità per Gesù di Nazareth non è una formula da studiare in solitudine. È un dono, una cosa più grande degli interessi di ciascuno, testimoniata dall’uno all’altro.
«La libertà è energia di adesione al reale, all’essere. È adesione ad altro da sé, che compie, fa crescere, costruisce e realizza la nostra persona» (don Giussani). Questa libertà, che segue il vero, il bello e il buono che riconosce presenti, è la risposta a chi insegue la “coscienza” di un Paese che non c’è, quasi disprezzando il popolo nella concretezza della sua attesa di un’esperienza umana nuova. Una buona ragione per passare da Rimini…