Tracce N.7, Luglio/Agosto 2006

Il vero protagonista
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Proponiamo la lettera che don Carrón ha scritto a tutti gli amici di Comunione e Liberazione dopo l’incontro di Benedetto XVI coi movimenti ecclesiali e le nuove comunità, in piazza San Pietro, il 3 giugno 2006

Cari amici,
è ancora vivo nella memoria l’incontro con il Papa in piazza San Pietro, il 3 giugno: voglio guardare insieme a voi quanto è accaduto. Il gesto di preghiera che abbiamo vissuto con tutti i movimenti insieme al Santo Padre è stato una domanda allo Spirito. Non è insignificante che abbia scelto questa modalità d’incontro. La ragione di questa scelta possiamo trovarla nell’omelia della Messa di Pentecoste, in cui Benedetto XVI ha espresso la convinzione che «l’efficacia missionaria» non dipende «principalmente da un’attenta programmazione e dalla successiva intelligente messa in opera mediante un impegno concreto», ma, prima di qualsiasi nostra risposta, dall’iniziativa di Colui che è «il vero protagonista della Chiesa»: lo Spirito di Gesù Cristo. Perciò è di questo Spirito che abbiamo bisogno.
Tutti noi in piazza San Pietro abbiamo percepito che è veramente così, quando abbiamo ascoltato il Papa dire qual è l’opera dello Spirito: «Il suo Spirito entra nei nostri cuori congiungendoci così con Gesù stesso e con il Padre». Non è forse questa appartenenza, ogni volta più stretta, quello che noi tutti desideriamo? È solo questo nostro lasciarci attirare dentro di Lui che può consentire allo Spirito di portare a pienezza la vita, la libertà e l’unità. È così che il Papa ci ha segnato la strada.
«La vita» ci ha detto «la troviamo nella comunione con Colui che è la vita in persona - nella comunione con il Dio vivente». Questa comunione con Cristo ci riempirà così tanto il cuore da renderci liberi, in grado di «dimostrare agli altri con la vita che siamo liberi». In questo modo Lui, attraverso il suo Spirito, edifica il suo Corpo, generando quella unità che incontra il mondo e lo trasforma.
Vi prego di riprendere tra di voi le parole che il Papa ci ha rivolto, domandando allo Spirito che tutto quanto ci ha detto diventi ogni volta più nostro, essendo noi per primi ad avere bisogno di quella vita e di quella libertà vere. Tutti conosciamo la coscienza che aveva don Giussani dell’urgenza di questa domanda dello Spirito, per l’insistenza con cui ci invitava a ripetere la preghiera: «Veni, Sancte Spiritus. Veni, per Mariam».
Solo così possiamo contribuire alla missione della Chiesa, rispondendo all’appello del Santo Padre: «Cari amici, vi chiedo di essere, ancora di più, molto di più, collaboratori nel ministero apostolico universale del Papa, aprendo le porte a Cristo».
Con affetto di amico don Julián Carrón
Milano, 12 giugno 2006