Tracce N.7, Luglio/Agosto 2014

Che cosa cercate?
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È un periodo strano, quello che s’affaccia tra luglio e agosto. Sono settimane in cui, in un modo o nell’altro, gli schemi saltano, le abitudini pure. E le cose ci si fanno avanti con un volto insolito, diverso da quello che mostrano in corso d’anno. Non è solo una questione di tempi più distesi e impegni che mollano la presa. Sono proprio le circostanze ad essere diverse. Altri incontri. Altri luoghi. Basterebbe questo a farne un’occasione grande, se le prendiamo sul serio. Il tempo libero è «tempo della libertà», ci ha sempre ricordato don Giussani. Ma per farne cosa?
Domanda che si intreccia con un’altra, scelta dal movimento di CL come tema di lavoro proprio per le vacanze di quest’anno: «Che cosa cercate?». Non è una questione da poco. E non solo perché sono le prime parole che Gesù rivolge ai primi discepoli, a Giovanni e Andrea che si staccano dal Battista sul Giordano, per seguirLo. È che, in fondo, tutto il Vangelo può essere letto così, come un continuo ripetersi - in mille modi e gesti e parole - della stessa domanda posta al cuore di chiunque Lo incontrasse, da Zaccheo alla Samaritana, dal lebbroso al giovane ricco, agli apostoli, ai nemici... Che cosa cerchi? Che cosa desideri davvero?

Ecco, l’estate può essere un momento privilegiato per stare di fronte a questa domanda. Per usarla come chiave di lettura dei fatti che accadono davanti ai nostri occhi, e che d’estate non si fermano, anzi (che cosa cercano i milioni di profughi che lasciano l’Iraq o la Siria per arrivare qui?). Ma soprattutto per rilanciarla di continuo, a se stessi e a chi ci sta accanto, nelle tante occasioni che la realtà ci offre: le vacanze, appunto. Il lavoro, per chi continua. Le amicizie. O il Meeting di Rimini, che quest’anno avrà a tema proprio la compagnia che il Destino fa all’uomo ovunque, in ogni angolo «delle periferie del mondo e dell’esistenza». Che cosa cerchiamo? Cosa riempie il cuore?

Sarà bello e grande aiutarsi a scoprire la risposta nella vita. Non saperla e recitarla prima, a tavolino. Ma scoprirla in quello che accade. Perché è quella la prima compagnia che ci fa il Destino: la realtà. È lì «che il Mistero ci risveglia, ci chiama, ci viene incontro per non farci decadere nel nulla», come ricordava Julián Carrón a un gruppo di amici qualche tempo fa. È «attraverso questa cosa assolutamente banale, a volte cupa, a volte non trasparente, che sono le circostanze: la vita, la vita ci chiama, chiama ciascuno a viverla». Ci rivediamo a settembre, per raccontarci cosa succede quando si decide di rispondere a questa chiamata. Buona estate!