Tracce N.8, Settembre 1996

La dinamica di un'avventura umana
Leggi

Tre messaggi, nati in circostanze diverse, hanno segnato l'estate appena trascorsa e danno impeto di prospettiva al periodo che ci attende.

Nel comunicato conclusivo della XVII edizione del Meeting di Rimini (a cui questo numero dedica un ampio reportage) si legge, tra l'altro: «Mentre il panorama è segnato dalla confusione e dalla divisione, le ragioni della fede cristiana realizzano personalità capaci di stimare le differenze e proprio per questo di conoscere, incontrare e valorizzare tutto. La realtà ha sempre un valore positivo che il cuore di ogni uomo desidera, contro ogni violenta riduzione nichilista o scettica».
È vero, il frangente culturale e sociale in cui siamo immersi porta una sfida radicale al cristianesimo. Siamo in quella che Péguy definiva l'epoca più "incristiana" della storia: troppe notizie che ci hanno colpito durante l'estate hanno documentato il dominio di una legge fatta di violenza, di irrazionalità e di calcoli meschini.
Il Meeting, con la sua capacità di accoglienza e di apertura, ha mostrato a livello pubblico l'esistenza di un'esperienza diversa, opposta. Essa non nasce come norma fissata da una filosofia morale, né da un progetto politico o da un ritualismo sentimentale: la sua radice sta in una certa avventura umana.

La dinamica di questa avventura umana è stata descritta dal Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della gioventù di Parigi 1997: «Giovani del mondo intero, è lungo i sentieri dell'esistenza quotidiana che potete incontrare il Signore. Ricordate i discepoli che, accorsi sulle rive del Giordano per ascoltare le parole dell'ultimo dei grandi profeti, Giovanni il Battezzatore, si videro indicare in Gesù di Nazaret il Messia, l'Agnello di Dio? Essi, incuriositi, decisero di seguirlo a distanza, quasi timidi e impacciati, finché Lui stesso, voltatosi, domandò: "Che cercate?", suscitando quel dialogo che avrebbe dato inizio all'avventura di Giovanni e di Andrea, di Simone "Pietro" e degli altri apostoli (cfr Gv 1,29-51).
Nella concretezza di quell'incontro sorprendente, descritto con poche essenziali parole, ritroviamo l'origine di ogni percorso di fede... Questa è la fondamentale dimensione dell'incontro: non si ha a che fare con qualcosa, ma con Qualcuno, con "il Vivente". I cristiani non sono i discepoli di un sistema filosofico: sono gli uomini e le donne che hanno fatto, nella fede, l'esperienza dell'incontro con Cristo (cfr 1Gv 1,1-4)».
Tale avventura, là dove è presente, suscita ammirazione e, anche nel segreto o nei più remoti angoli del mondo, novità di rapporti perché ricostituisce i tratti di un volto umano.

Ai responsabili di Comunione e Liberazione di 64 Paesi riuniti alla fine di agosto per l'annuale assemblea internazionale don Giussani ha rivolto, in apertura, questo augurio: «Della missione assegnata alla vostra vita si possa pregare con sincera speranza: Roveto inestinguibile di verità e amore, ravviva in noi la gioia dell'agape fraterna. Questo assicura il continuo inizio del popolo di Dio nel mondo e quindi della Chiesa come corpo visibile nel tempo e nello spazio, gloria di Gesù nella storia. Per voi prego così».