Tracce N.9, Ottobre 2003
Il vero rivoluzionario della nostra epocaLeggi
Domina ogni cosa,
traendo l’esistenza dal nulla, e non soltanto in principio, ma di continuo.
Giovanni Paolo II ha scritto questi versi in Trittico romano, il suo libro di
recenti “meditazioni”. E noi li dedichiamo a lui, nel XXV del suo
pontificato. Il Mistero «domina ogni cosa, traendo l’esistenza dal
nulla».
Nella storia del mondo e in quella, breve e drammatica, del singolo uomo la novità è data
solo dall’azione del Mistero, che “di continuo” genera la vita.
Nella lettera alla Fraternità del giugno scorso don Giussani ha scritto
che «l’io deve essere continuamente esaltato da una rinascita del
reale, da una ri-creazione che nella figura della Madonna diventa commossa dall’Infinito».
La generazione non è solo il dar vita a uomini e a piante, a bestie e
al cosmo intero: il Mistero trae l’esistenza dal nulla, irrompendo in essa
discretamente, «quasi come un bisbiglio», diceva Clemente Rebora;
facendole compagnia; comunicandole il senso di una bontà infinita più grande
della morte.
In questi anni, in un mondo convulso e violento, di fronte a uomini confusi e
alle cupe insidie della disperazione, il Papa è stato l’avvenimento
di questa diversità. La sua presenza non ha coinciso con un discorso.
La sua proposta non è stata una saggia esortazione, un esercizio dialettico
o una strategia. No, egli, nel vigore delle membra dei primi viaggi e ora nella
forza della sua pazienza e della sua offerta, è stato ed è innanzitutto
una presenza. Segno di quella Presenza che, come trasse di nuovo alla vita il
ragazzo morto alla vedova di Nain, trae la vita strappandola dal nulla, ogni
giorno.
La figura di Giovanni Paolo II ha colpito lungo tutti questi anni per la testimonianza
di positiva affermazione del valore infinito di ogni esistenza.
La sua umanità, perfino il suo carattere, si sono lasciati afferrare così liberamente
e profondamente dall’umanità di Cristo da divenirne un richiamo
potente e chiaro. Per questo motivo la sua presenza è guardata con simpatia
da milioni di persone. Una simpatia che rende il cuore semplice, anche in mezzo
alle tante difficoltà del vivere.
La cultura in cui viviamo, ha ricordato a Tracce qualche mese fa il filosofo
francese Finkielkraut, getta l’uomo contemporaneo in una situazione terribile.
Infatti siamo preda di un’ideologia che nega il valore del presente e la
vita come “dato”. Nelle proposte della mentalità dominante
ogni possibilità di compimento sembra consegnata a uno sfuggente futuro.
E così il presente diviene solo il luogo del risentimento, qualcosa da
cui fuggire per un’esistenza che diviene, quindi, regno del travestimento
e della finzione. Purtroppo la stessa fede cristiana viene troppo spesso intesa
e proposta come variante di alcune ideologie o come vaga consolazione.
In questa situazione Giovanni Paolo II non si è messo a fare analisi o
progetti. Sta vivendo e comunicando la propria commozione per l’avvenimento
cristiano, la propria familiarità con Maria, prima porta attraverso cui
il Mistero che domina ogni cosa si è fatto carne. E continua così a
sostenere la speranza degli uomini. In mezzo a tanti intellettuali che si definiscono
avanguardia e a tanti profeti - anche violenti - di un mondo migliore, risulta
lui il vero rivoluzionario della nostra epoca.