Sulla lettera ricevuta da papa Francesco

Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha ricevuto da papa Francesco una lettera autografa datata 30 novembre 2016, che ha fatto conoscere a tutti gli aderenti al Movimento inviando a sua volta una propria lettera.
Julián Carrón / Papa Francesco

«Cari amici, che gioia poter condividere con tutti voi la lettera autografa che ho ricevuto da papa Francesco, con la sua personale benedizione! Il Papa ci ringrazia delle offerte raccolte durante i pellegrinaggi che abbiamo compiuto nei Santuari mariani di tutto il mondo, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, e che gli abbiamo inviato per la sua carità.
Ma papa Francesco non si è limitato a ringraziarci, infatti ha voluto anche indicarci dove dobbiamo guardare per poter continuare il nostro cammino, in modo da «testimoniare con coraggio l’autenticità della vita cristiana». Vi chiedo di leggere attentamente la lettera, di farla oggetto della vostra riflessione, di aiutarvi a capirla sempre di più con l’aiuto degli amici, nei gruppi di Fraternità, per fare tesoro del suo contenuto. Dio non finisce mai di stupirci. Come non essere colpiti e grati per questo regalo inaspettato di un padre, che si prende così a cuore il destino dei suoi figli!
Mi auguro che Cristo trovi ciascuno di noi disponibile alla modalità che ha scelto per venirci incontro in questo Natale della nostra vita. Non è scontato: come don Giussani ci ha sempre richiamato nel tempo di Avvento, possiamo attendere la Sua venuta, ma senza amare veramente la modalità con cui Lui decide ogni volta di venire. Chiediamo alla Madonna di renderci aperti come lei alla sorpresa con cui il Mistero ci visita oggi. Vi raccomando di non fare passare giorno senza una preghiera per papa Francesco, come ha chiesto a ciascuno di noi.
Tanti auguri di Buon Natale.
Vostro Julián Carrón.
21 dicembre 2016».



Ed ecco il testo della lettera del Papa:

D.S.M., 30 novembre 2016

Reverendo Don Julián,

ringrazio lei e l’intera Fraternità di Comunione e Liberazione per la offerta, raccolta durante i pellegrinaggi, che generosamente avete voluto inviarmi per le Opere della Carità.

Mi fa bene al cuore e mi consola tanto sapere che da più di duecento Santuari mariani in Italia e nel mondo, tante persone hanno intrapreso il cammino della misericordia nello spirito della condivisione con i bisognosi. I poveri infatti ci rammentano l’essenziale della vita cristiana. Sant’Agostino insegna: «Ci sono alcuni che più facilmente distribuiscono tutti i loro beni ai poveri, piuttosto che loro stessi divenire poveri in Dio». Questa povertà è necessaria perché descrive ciò che abbiamo nel cuore veramente: il bisogno di Lui. Perciò andiamo dai poveri, non perché sappiamo già che il povero è Gesù, ma per tornare a scoprire che quel povero è Gesù. Sant’Ignazio di Loyola a sua volta soggiunge che: «la povertà è madre e muro. La povertà genera, è madre, genera vita spirituale, vita di santità, vita apostolica. Ed è muro, difende. Quanti disastri ecclesiali sono cominciati per mancanza di povertà».

In un mondo lacerato dalla logica del profitto che produce nuove povertà e genera la cultura dello scarto, non desisto dall’invocare la grazia di una Chiesa povera e per i poveri. Non è un programma liberale, ma un programma radicale perché significa un ritorno alle radici. Il riandare alle origini non è ripiegamento sul passato ma è forza per un inizio coraggioso rivolto al domani. È la rivoluzione della tenerezza e dell’amore. Per questo chiedo anche a voi di unire gli intenti verso questo obiettivo. Vi auguro di lavorare con serenità e con frutto, e di testimoniare con coraggio l’autenticità della vita cristiana.

A tutti e a ciascuno invio di cuore la benedizione del Signore.

Per favore non dimenticate di continuare a pregare per me.

Francesco